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Multipolarità, bipolarismo, unipolarità. 1. L'America di Trump
di Piero Fortini---06-03-2025 | |
Che sia in atto un terremoto politico lo dimostra lo stesso fatto che ormai si sta agendo al di fuori delle pluridecennali alleanze e istituzioni sovranazionali, come dimostra anche il meeting di Londra di domenica scorsa, dove erano presenti molti, ma non tutti, Paesi dell'Ue e Paesi non UE e dove l'obiettivo prioritario era come prefigurare misure da attuare aggirando i farraginosi rituali procedimenti UE. Un terremoto politico dunque. Del resto il Trump eletto nel 2024 è più forte di quello del 2016. Ha allargato la propria base sociale all'interno di ispanici e neri e soprattutto non è solo espressione dei settori perdenti nella globalizzazione, ma anche di parte notevole del mondo del tech. Inoltre è alla sua seconda e quindi ultima presidenza, pertanto senza preoccupazioni elettorali e con le mani più libere. Da qui la gran quantità di shoc somministrati già nelle prime settimane di presidenza. È nella sua fase ascendente. Ma è un uomo con la testa girata verso il passato. Fare l'America ancora grande attraverso l'America First rappresenta una visione possibile del futuro o non è una chimera antistorica (anche in questo risulta simmetrico al sogno di Putin di riesumare l'impero comunista se non quello zarista)? Lo stravolgimento che attraverso una brutale logica di forza senza ideali sta producendo in un mondo diventato sempre più multipolare, non provocherà anche nel mondo e nell'America stessa potenti controreazioni e antidoti che potranno far fallire i suoi disegni? La guerra commerciale in un mondo che ha prosperato attraverso mercati aperti non provocherà danni per tutti, anche per gli stessi americani, con grande contraccolpo per gli americani che hanno votato Trump aspettandosi grandi vantaggi? Internet e i continui sviluppi dell'innovazione tecnologica dalle multiformi facce e molteplici e mutevoli strade potranno essere così facilmente irregimentati nei vicoli stretti in cui vogliono costringerli i big tech che si sono legati a Trump dentro un alveo di economia protetta dal Pentagono e dalle sue commesse? In conclusione, un Trump certamente più forte. E storicamente pericoloso, perché sta producendo il vulnus qualitativamente più grave alle democrazie e al mondo libero da molti decenni a questa parte. Ma è per le stesse ragioni un Trump vulnerabile a sua volta. Molto dipenderà dall'esito dell'aggressione all'Ucraina e dall' eventuale conseguimento di una pace giusta o meno. Molto dipenderà dalla riuscita o meno dell'azione di disarticolazione delle democrazie alla ricerca di un esclusivo confronto bipolare con la Cina, in un cupo universo mondiale avvolto in un manto autoritario grigio e nero. Molto, ma non tutto. Le forze motrici della rivoluzione industriale ne hanno passate ben di peggio dagli ultimi decenni dell'800 al 1945. Per poi dare vita a due successive fasi di progresso e prosperità, prima nell'area euroatlantica, in seguito nell'intero mondo. Penso sarà così anche per i motori della rivoluzione scientifica, tecnologica e delle comunicazioni. Potranno esserci momenti di interramento carsico, ma poi riemergeranno. L'umanità se l'è sempre cavata, anche in momenti più terribili. Perché non darle ancora fiducia? | |