L'incontro del 19 febbraio inizia con uno sguardo sull'informazione. Fusani ricorda che quando ha cominciato a fare la giornalista, i giornali di carta erano il potere.
Tutto è però cambiato con le televisioni all news che hanno modificato il modo di lavorare, e con internet, anche se secondo lei il giornale cartaceo continua a essere la fonte principale per una corretta informazione. Dobbiamo tutti renderci conto, continua Fusani, che viviamo una fase che sta cambiando la storia. Alle fine della II guerra mondiale furono fondati organismi internazionali, USA e Europa avevano un rapporto di collaborazione e si era convinti che la democrazia fosse il sistema migliore per governare i Paesi.

Ora si sta riscrivendo l'ordine: Putin entra in Ucraina e viola il diritto della sovranità nazionale; Trump predilige i rapporti bilaterali e non quelli con Bruxelles, anzi, tende a dividere gli alleati attraverso i dazi, circondandosi di uno staff di persone che ha un'idea della democrazia molto vicina alla democratura, cioè poche persone che decidono tutto, con un approccio da bulli. L'Europa non è un soggetto che può ancora interloquire con gli USA. La giornalista evidenzia come Mario Draghi, nel suo recente discorso all'Unione Europea, abbia sottolineato che gli USA non sono più il nostro angelo custode, che l'Europa deve fare da sola e mettere in atto gli strumenti per farlo: difesa comune, una politica estera propria, sveltire la burocrazia. O lo si fa adesso o non lo si potrà fare più, ha concluso Draghi con un appello accorato alla platea. Il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella negli ultimi anni ha preso posizioni molto nette in difesa dell'Ucraina, ribadendo il pericolo che la Russia rappresenta anche in un recente discorso pronunciato a Marsiglia, che gli ha attirato le ire della portavoce di Putin. Contemporaneamente il vicepresidente degli Stati Uniti Vance in visita a Monaco ha accusato l'Europa di scarsa democrazia, di fare chiacchiere inutili, di essere inutile essa stessa avvertendo che c'è un nuovo sceriffo in città, alludendo al Presidente Trump! Per tutte queste ragioni, Fusani invita gli studenti a seguire quello che sta succedendo nel mondo attraverso alcune parole chiave: Zelensky, Kellog, Turchia, Rubio, Macron, Germania, AFD, Italia, Arabia Saudita, Hamas. E li mette in guardia sugli algoritmi che rischiano di condizionare i pensieri, le opinioni, invitandoli a ribellarsi alla tecnocrazia, ai social in genere. Sollecitati da quanto ascoltato, gli studenti hanno posto alcune domande. Ad esempio, poiché il nostro governo sembra non si stia schierando, lo farà in futuro? La giornalista osserva che secondo lei la Meloni in politica estera ha fatto bene, ma che dal 9 gennaio è in silenzio sia con la stampa, sia con il Parlamento, sia nei confronti delle necessarie scelte di campo. Non a caso la Russia, anche attraverso l'attacco a Mattarella, spinge affinché il nostro governo si schieri con Trump. Un altro studente fa notare che l'Europa non si è schierata con forza accanto alla Palestina, come invece ha fatto con l'Ucraina, né ci sono state condanne esplicite a Israele. Fusani chiarisce subito che bisogna distinguere la Palestina da Hamas. Hamas è un'organizzazione terroristica che coloro che vivono a Gaza in parte accettano, in parte subiscono. Hamas ha nel suo statuto la distruzione di Israele: lei stessa, con altri giornalisti, ha potuto vedere dei filmati del massacro del 7 ottobre compiuto dai seguaci di Hamas, in cui si vedono scene inenarrabili. Quindi, prima di abbracciare una causa, è necessario capire bene le ragioni, e la storia delle diverse parti. La giornalista sollecita infine gli studenti discutere sull'Intelligenza artificiale: sanno cos'è, la utilizzano? Ma, anche per mancanza di tempo, l'argomento non viene affrontato in modo approfondito: qualcuno risponde sorridendo che utilizza le piattaforme per scrivere, fare riassunti ecc. L'incontro si conclude con un elogio della scrittura personale, autonoma, fonte di pensiero, creatività, crescita.