Andando.... fuori schema
di Carlo Mari---19-02-2025
Progetti con le scuole. Martedì 18 febbraio, secondo incontro con il Liceo Tacito. Location, di nuovo, la sala consiliare del Municipio 1, in Circonvallazione Trionfale, accolti dall'Assessore Jacopo Scatà, socio ed amico della nostra Associazione.Giornalista ospite di turno: Fiorenza Sarzanini, vicedirettore del Corriere della Sera e Direttrice della redazione romana.
Facciamo come sempre una relazione introduttiva del giornalista ospite, e poi domande/interventi degli studenti e risposte di approfondimento.. dico io in apertura.
E si comincia… in tutt’altro modo. La Sarzanini va dritta agli studenti, non fa una introduzione e dice: sono qua, fate interventi e domande, e dialoghiamo. Studentesse e studenti - in evidente ottimo stato di forma - non perdono un attimo, nessuno spaesamento. Attaccano subito con domande a raffica, spaziando ovunque: c’è Trump, c’è l’Ucraina, c’è la Russia, c’è il governo Meloni, e le opposizioni politiche italiane. Ma c’è ancor più il giornalismo, quello politico che la Sarzanini pratica oggi; c’è la cronaca in cui la Sarzanini si è formata; c’è la cronaca nera che la Sarzanini ha seguito per anni, e segue anche oggi. Che poi è nera fino ad un certo punto… è tutt’uno con le dinamiche sociali di oggi, e forse di sempre: la famiglia, le relazioni umane, la questione di genere, i femminicidi, gli omicidi che avvincono la gente che legge o segue i telegiornali e i social: sì, un po’ morbosamente, ma soprattutto perché è cronaca che parla di una umanità fragile, che sbanda ma anche si difende. Si vuole conoscere per capire, non solo per gossip morboso. E poi c’è la salute delle persone, quella fisica e quella mentale. La Sarzanini ci ha scritto un libro, sui disturbi alimentari; una studentessa gliene parla e le chiede. E la giornalista risponde, parlando del libro, dell’inchiesta da cui è nato..… manco per niente ! parlando del suo vissuto, delle sue fragilità, del suo trascorso con quel disturbo, dei suoi prezzi pagati o dei suoi risultati conseguiti, umani e/o professionali, ma sempre pagati con costi rilevanti: perché così è la vita. E ai giovani, agli studenti… e alle studentesse, non puoi e non devi raccontare fesserie, se no si alzano le barriere, e i giovani restano soli: e noi adulti anche. Bravissima la giornalista va dritta dentro di sé e dentro gli studenti. Non ci sono diaframmi, barriere, non c’è tavolo di relatore e banchi degli ascoltatori. Ci sono solo persone, giovani e meno giovani, che dialogano, e parlano della vita, in linea diretta; come i giovani fanno spesso, e noi adulti un pochino di meno, e con maggiore sofferenza, forse per riserbo o timidezza esistenziale. Ma coi giovani no, non si può, devi andare sulla loro lunghezza d’onda. Appunto, quello che è successo per quasi 2 ore. Lì, nella sala consiliare municipale. Per essere un giornalista di valore, ci vuole professionalità, competenza, lavoro: conditio sine qua non. Ma non basta. Ci vuole anche la persona, che sia capace di stare con se stessa, e con gli altri.
Perciò è stato un incontro dei nostri progetti ben riuscito, anche e soprattutto perché andato fuori schema. Così, come del resto è il vissuto quotidiano: lo programmi, lo organizzi, lo cataloghi in schemi mentali preconfezionati…ma poi se ne va per la sua strada, e devi improvvisare, E improvvisando improvvisando, ti rendi conto che sai farlo, perché hai le strutture formative su cui poggiare, perché sei una persona, perché hai le motivazioni. Che tu sia un affermato giornalista o tu sia uno studente in formazione: prendi il tuo bagaglio vario, qualunque esso sia, e ti metti in gioco. Eh sì, la cosa funziona. Palesemente studentesse e studenti erano venuti preparati all’incontro: avevano verificato chi era l’ospite, cosa faceva e cosa aveva fatto; avevano fatto mente locale ai grandi temi politici del giorno, su cui chiedere approfondimenti e pure curiosare sui punti di vista della giornalista, ma non dimenticando anche i propri punti di vista. Qualche domanda ben strutturata era già appuntata sui rispettivi cellulari. Ma poi tutto prende altra piega: vuoi dialogare con noi senza rete? eccoci. E i temi diventano quelli preparati, ma anche tanti altri. E tutto va come descritto prima. Ne escono soddisfatti ed arricchiti i giovani e la giornalista stessa. Perché non è stato realizzato solo un pezzetto del progetto che la nostra associazione organizza con tante scuole; un pezzetto di progetti che peraltro programmi e indicazioni ministeriali prevedono, rendendoli anche obbligatori per classi che devono fare gli esami di maturità e devono presentare tutto questo nel curriculum scolastico! Ma perché sono state due ore di formazione vera. La materia ? Umanesimo!

p.s. Giornalista, Studenti… e la Docente? Lo so che uno degli sport nazionali preferiti in Italia, insieme al football, è “sparare” sui docenti. Beh, provate a farlo con la Docente referente dei nostri progetti in questo Liceo!! Lei le classi le porta agli incontri non in gita, non per passare il tempo al posto delle lezioni curricolari, non per obbligo ministeriale, non perché è stipendiata – male – per questo. Ma perché è una professionista, come la giornalista ospite. E perché è una persona, a tutto tondo, come la giornalista ospite. Le classi sanno perché vengono agli incontri. Sanno che fare. Ma sanno anche che prima di tutto devono metterci dentro se stessi, per come sono, per cosa vogliono, per cosa cercano. Anche portandosi dietro le loro dinamiche di gruppo. La giornalista non ha nascosto nulla di sé. Ma studentesse e studenti erano un libro aperto. Visti/e dal tavolo dei relatori si coglieva tutto benissimo: potrei dire con certezza il ruolo nel gruppo di ciascuno di loro, i loro interessi, persino le antipatie reciproche. Sublimi le espressioni della studentessa in prima fila davanti al tavolo dei relatori, quando interveniva una compagna che chiaramente non le sta simpatica; o quando un compagno ha fatto una domanda che lei già da almeno dieci minuti si stava preparando a fare… altro che Paola Cortellesi, roba da premio Oscar !

Insomma, si sarà capito! Due ore spese bene. Alla prossima!