279. Febraio, si scrive con una bi!
di Carlo Corridoni---01-02-2025
Cari amici.
Per me, febbraio, è una spina nel cuore!
Però, vista la c.d. eterogènesi dei fini, la semplice evocazione della parola febbraio, mi induce - ormai da anni - alle più sorprendenti considerazioni. E divagazioni.
La mente mi riporta alla prima media, a quel compito in classe di Matematica, e al dubbio che mi colse: se febbraio si scrivesse con una o con due b.
Sapevo che di b ce ne volevano due! Non per altro, ero bravissimo in Italiano; però, avvertivo che la Professoressa di Matematica proprio non sopportava che io mi esprimessi in romanesco, e quelle due b anche a me sembravano un'esagerazione. Diciamo, popolaresca.
Così, sia per parlar ciovile) sia per non continuare ad indignarla - Lei che sembrava considerarci, a volte, insopportabili - io optai per una sola b.
E scrissi: ''Roma, 4 febraio 1956''.
Noto che, ora, perfino il P.C. mi segnala l'errore di ortografia.
L'avessi mai fatto!

Con quella scelta dovetti segnare il mio destino. Non solo commisi un errore blu, segnato con un tratto violento che ferì perfino la carta del foglio protocollo a quadretti:
la Professoressa di Matematica decise di non procedere oltre la data nella correzione del còmpito.
Così come nel Liceo di Aristotele non potevano entrare i digiuni di Matematica, Ella doveva considerare inammissibili agli studi di Matematica almeno quelli che difettassero nell'Ortografia!
Era, forse, il Suo modo di concepire l'interdisciplinarità: tutta al negativo. Allora, che non era ancora diventata di moda.
Io fui molto umiliato dal rifiuto della Professoressa, e soprattutto soffrivo del non venire valutato - anzi, negativamente giudicato in Matematica - per un errore, ortografico, che, dopotutto, non concerneva quella disciplina ma l'Italiano ...
Non era ancora tempo di scrivere ''Lettere alle Professoresse'' ma misi ugualmente a frutto l'insegnamento per il resto della vita. Specialmente quando decisi - con qualche esitazione - di tentare il lavoro dell'Insegnante.
Parlo di preistoria dell'insegnamento, proprio oggi, in un periodo in cui fioriscono teorie e tecniche di verifica degli apprendimenti, con la valutazione dei medesimi, di didattica delle competenze e di aggiornamento continuo. Tuttavia non escluderò mai la possibilità che a Scuola si possa essere ancora umiliati a fin di bene.
Perché, secondo alcuni, l'Umiliazione conserverebbe un potenziale istruttivo, anzi, formativo. Educativo.
Per chi confonde l'Umiltà (valore morale) con l'Umiliazione (processo di sopraffazione).
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