Sei e mezzo... a me?
di Carlo Mari---28-06-2024 | |
E così il 2024 ci regala un’altra primizia assoluta. Un nuovo frutto? Un nuovo viaggio di Cristoforo Colombo in America sotto la guida geografico/cartografica di Alberto Angela? Niente di tutto questo. Niente meno che lo sciopero ad una delle prove di esame di Maturità. Nella fattispecie agli orali, in un liceo veneziano (e dove se no, lanciarsi nella navigazione verso nuove scoperte!) da parte di tre studentesse. In particolare guidate da una di loro, Linda, la nuova Giovanna d’Arco dell’Italia postrisorgimentale…ma no, che dico, mannaggia il ministro della Cultura: volevo dire dell’Italia post prima e seconda Repubblica. L’Italia delle lamentazioni e delle indignazioni. L’Italia degli scioperi dei taxi, dei balneari… e degli studenti insoddisfatti di un voto attribuito dalla Commissione ad una delle prove d’esame. Sei e mezzo alla traduzione di greco, a me, che ho sempre preso otto?! Dice Linda, che aggiunge: e poi la traduzione che ho fatto l’ha rivista… addirittura mia madre, solida grecista, che mi ha detto che c’era un errore solo. Ohibò, e se mamma dice questo, non ce n’è per nessuno. Del resto da anni e anni siamo abituati in Italia ai genitori degli studenti sindacalisti dei figli. Ora così facciamo un passo avanti: i genitori degli studenti consulenti professionali dei figli. L’evoluzione della specie! Insomma, la studentessa si è presentata agli orali, ha firmato per rendere valida la prova, e anziché rispondere alle domande ha letto una sua lettera di protesta e contestazione, con annessa dichiarazione di sciopero. Non accetto che mi si manchi di rispetto, con valutazioni inique. Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Ovviamente oltre alla madre grecista ci deve esser stata anche la consulenza di un legale, che ha pilotato con sapienza tecnica la operazione. Scioperare, di fatto non sostenere una prova, il che a lume di normativa e di buon senso potrebbe e dovrebbe invalidare un esame… ma venir promossi lo stesso. Non sarà un 90, come meriterei, dice la studentessa in una intervista prontamente acquisita dai media; ma un 71, come emerso dai quadri ufficiali esposti all’albo, va bene lo stesso. E la dignità mia è salva; anzi la dignità di tutta la classe… anzi di tutto il liceo… anzi di tutto il mondo studentesco. Ed anche la pace nel mondo è salva. E così in modo del tutto coerente (prima o poi doveva accadere), dopo i numerosi episodi nelle nostre scuole di contestazione – anche non propriamente platonica, da parte di studenti, genitori, zii e parenti vari - di voti, valutazioni, giudizi, semplici e doverosi pareri professionali dei docenti; dopo le varie proposte politico/pedagogiche ispirate al valore educativo nella scuola della non valutazione e non rendicontazione di sé e del proprio operato (del resto non rendiconta più nessuno in Italia, proprio e solo gli studenti devono rendicontare?); ebbene l’estate 2024 ci ha regalato anche lo sciopero ad una prova d’esame. Ma tornando alla vicenda specifica, la nostra amica Linda novella Pulzella d’Orleans nella lettera e nell’intervista ha puntualizzato: sono una atleta già affermata a livello giovanile, una mezzofondista di valore, al punto che una Università americana mi ha assegnato una borsa di studio per meriti sportivi, e lì andrò a fare gli studi universitari e le mie performances sportive. Sempre che anche i docenti americani non mi facciano incazzare: se no sciopero! A noi fa molto piacere – e sinceramente - che Linda, novella Cristoforo Colombo, conquisti le Americhe. Dove peraltro scoprirà anche che Università americane, soprattutto alcune, sono – del tutto legittimamente - attratte per motivi di prestigio ma anche di risorse finanziarie, dalle performances sportive dei propri iscritti più che dalle abilità intellettuali. Non sarà comunque il caso della nostra Linda, che avrà sicuramente ottimi risultati sia nello sport che nello studio. Ma alle nostre limitate capacità intellettive resta comunque oscuro il legame logico/consequenziale fra le proprie attitudini nella corsa e le abilità nella traduzione di un testo greco antico. E comunque Linda dopo questa imbarcata di popolarità mediatica non ha da temere, qualunque sia la sua ambizione per il futuro. Almeno almeno una corsia preferenziale nella politica italiana se l’è assicurata. Dopodichè, desideriamo esser chiari. Non stiamo a fare nessuna difesa d’ufficio della Commissione: onestamente non ce ne può importar di meno. Può darsi che qualcosa non abbia funzionato nei metri di giudizio, nell’approccio valutativo e/o nella serenità della Commissione, che peraltro opera, anche in termini di poteri decisionali e di responsabilità, collegialmente e non come monadi per discipline. Né sarebbe stato il primo caso di contestazione all’andamento di un esame o di uno scrutinio. Le procedure ci sono. Si sostengono comunque le prove e ci si mette dalla parte della ragione; poi si chiede accesso agli atti (con tanto di assistenza legale), si fa eventuale ricorso al T.A.R. . E non si dica che non serve a niente, perché non si contano le volte che i tribunali amministrativi hanno rivoltato risultati scolastici o invalidato valutazioni. E’ una questione di metodo, di modo di stare in una collettività, di rispetto che va dato giustamente a Linda, ma anche alle regole; e alle istituzioni. E alle dinamiche sociali collettive che devono presiedere alla vita della Polis: siano pure gli esami di maturità, che appunto dovrebbero essere, come vorrebbe il nome stesso, di maturità nella cittadinanza, pima ancora che di abilità. Altrimenti c’è la giungla, la legge del più forte, ed anche la legge del più abilmente furbo. Ovviamente, come ad ogni Giovanna d’Arco che si rispetti, si sono subito affiancate due amiche, anch’esse entrate in sciopero, dopo accurato calcolo di voti e procedure, che prevedevano il conseguimento comunque della maturità, anche se verso i limiti minimi del 60 perché scolasticamente meno brillanti di Linda d’Orleans. E non poteva mancare la standing ovation della ineffabile categoria dei genitori degli studenti – nel caso specifico del liceo veneziano – che al passaggio delle eroine si sono lanciati in un irrefrenabile applauso. Dopo la Rivoluzione francese e dopo il movimento studentesco del Sessantotto, c’era assoluto bisogno di una nuova svolta epocale. In verità non si hanno notizie esatte circa i padri delle tre rivoluzionarie, ma voci di corridoio dicono che non fossero un granché d’accordo. Ma non conta, il coraggio rivoluzionario oggi è donna. Ah, a proposito di padri. Tempo fa il nostro amatissimo e prediletto psicoanalista e saggista Massimo Recalcati ha pubblicato un libro sul tema: “l’evaporazione dei padri”. Forse per lui è arrivato il momento di una nuova pubblicazione: “l’evaporazione dei figli”. Magari può scriverlo a due mani con Paolo Crepet, che sul tema sembra molto ferrato… e innervosito. Comunque alla fine di questo nostro tormentato iter di riflessioni, su una vicenda che definiremmo surreale se non fosse molto ma molto seria, siamo convinti che la nostra Linda sia in effetti una ragazza in gamba; le auguriamo davvero di avere tante soddisfazioni, culturali, professionali, sportive e civiche. Ma un consiglio ci permettiamo di avanzarlo. Prudenza nell’affidarsi agli orientamenti ed umori delle nostre generazioni di genitori e di nonni, che nell’ultimo mezzo secolo di pasticci ne abbiamo combinati non pochi. Come è chiaro ed ovvio, questa generazione di giovani la abbiamo cresciuta noi, educata noi, plasmata noi. Se ha qualche piccolo problemino nel rapporto con la realtà, con il senso della misura, con il senso del ridicolo e con la vita, la responsabilità è nostra! Grazie e al prossimo sciopero… pardon, volevo dire al prossimo esame! | |