Quando le motivazioni sono nel nostro DNA
di Rosy Ciardullo---16-05-2024
Dal riverbero continuo di riflessioni nei media, accademiche e giornalistiche,
affiorano le cause profonde del nostro discutibile sistema paese, avvolto nelle nebbie di una crisi etico-politica che parte dal tempo di Mani Pulite, e che naviga a vista lungo i crinali di un dissesto finanziario non alleviato neanche dal PNRR, e con un debito enorme, che costituisce ormai un ostacolo allo sviluppo e una zavorra insostenibile. Che si traduce in nessun investimento, né assunzioni. Con il visibile scarso impegno a risolvere i problemi da parte di molti amministratori pubblici, che continuano a muoversi nel solco del malcostume politico come dato acquisito.
Tra le considerazioni più avvilenti, quelle partite dal prof. Mario Monti, da Corrado Augias, qualche decennio fa Ennio Flaiano, spesso da Nadia Urbinati o da Rosy Braidotti, hanno acceso i fari sul modo di essere all段taliana: per quella naturale attitudine incline alla risoluzione immediata dei problemi, all誕ssenza antropologica di visione futura ormai connaturata nel nostro DNA, a quell段nsufficiente senso di responsabilità collettiva a favore dello slittamento su quella individuale, anch弾ssa residua. Che ridefinisce proprio questa, l段dentità dell段taliano.
Colpisce il senso più profondo di inconsapevolezza e di incontinenza da accaparramento di risorse che, come è evidente, non è da ricercare tutta nella politica ma in una cultura pervasiva trasversale che attraversa la società tutta e di cui la politica è solo una vetrina, e che continua a condizionare cittadini e categorie economiche e politiche. Come un fenomeno a cui nulla possa fare da argine. Le ultime vicende della Liguria, della Puglia, dei balneari, agricoltori, i recenti condoni, hanno mostrato una compattezza inquietante tra le personalità e le categorie interessate: finalizzate a conseguire favori e consensi, ed ottenere norme che agevolino le attività nell段mmediato. Anche se sul filo dell段llegalità.
La frammentazione degli obiettivi e la disgregazione del corpo sociale si assemblano in un profilo storico che riguarda soprattutto il nostro Paese, rispetto ad altri in Europa, che hanno aggredito già nei secoli passati, almeno in gran parte, il fenomeno della corruzione. Il nostro enorme debito pubblico ne è testimone.

Per via dei risvolti corruttivi che hanno interessato Liguria e Puglia, e prima ancora molte figure istituzionali apicali nelle Regioni e in Parlamento, sembrerebbe necessario, come molti pensano, tornare al finanziamento pubblico ai partiti. Potrebbe essere utile sicuramente ma non decisivo. Perché parliamo di una cultura profonda che affonda le radici nella storia del nostro Paese mai reso Nazione, cioè un popolo coeso e solidale compatibile con uno stato moderno, in cui i poteri politici, legislativi e giurisdizionali devono essere riconosciuti e legittimati universalmente per la loro funzione. A garanzia della democrazia e nel rispetto della Costituzione.