Il mondo nuovo. Come se il colonialismo ci fosse ancora.
di Piero Fortini---16-01-2025
Tra seconda metà degli anni '50 e primissimi anni '60 è avvenuta la più intensa e diffusa transizione all'indipendenza di decine e decine di Paesi prima sudditi di qualche impero. La fine del colonialismo e dell'imperialismo.
A metà degli anni '70, partendo dalle istanze di Paesi produttori di petrolio, cominciarono a cambiare i rapporti tra Paesi detentori di materie prime e Paesi industrializzati. La fine di quello che veniva definito lo scambio ineguale.
A partire dal 1990 inizia un impetuoso, autonomo sviluppo di grandi Paesi come Cina e India, anticipato nei decenni precedenti dalle Tigri asiatiche e seguito negli ultimi anni da più Paesi dell'Africa. La fine della cosiddetta Teoria della dipendenza: lo sviluppo dei Paesi ricchi è basato sullo sfruttamento e la permanenza nel sottosviluppo dei Paesi poveri. Invece ciascuno diventa artefice del proprio destino.
La Giamaica e Singapore negli anni'50 si trovavano nelle stesse condizioni:capacità produttive, sistemi agricoli, livelli di istruzione, situazione climatica. Oggi Singapore si trova agli standard più alti dello sviluppo e la Giamaica senza differenze sostanziali da allora. Nessun piede di ferro ha impedito a nessuno dei due di decollare, ciascuno ha fatto le proprie scelte e mostrato le sue capacità.
Il problema che persiste, nonostante i suddetti mutamenti strutturali, è che il pensiero di alcune componenti culturali si attarda tuttora sul binomio sfruttatori-sfruttati come elemento prioritario, naturalmente vedendo nel capitalismo la fonte primigenia, se non esclusiva di tale storture fondamentale.
Ed è il retropensiero con cui si parla dei cambiamenti climatici, quando sono proprio i Paesi a capitalismo avanzato ad aver ridotto la propria impronta ecologica negli ultimi decenni, mentre il problema si pone soprattutto per i Paesi a nuovo sviluppo.
Il permanere di questo antagonismo ideologico al capitalismo è un altro esito della vecchia cultura di sinistra, la priorità agli ultimi e gli ultimi perché sfruttati. Accompagnata dai residui di una cultura cattolica (il denaro sterco del diavolo) che dal Medio Evo nella nascente epoca della borghesia mercantile ha lasciato campo libero nel commercio e nelle finanze agli ebrei e successivamente anche ai protestanti, che consideravano il successo nella vita e nell'economia un veicolo della propria realizzazione terrena e pertanto un segno positivo del divino.
Sono tali residui pregiudiziali contro il
mondo ricco occidentale che portano Papa Francesco ad assumere una posizione perlomeno ambigua sull'aggressione russa all'Ucraina. O che portano molti a stare pregiudizialmente e sentimentalmente dalla parte dei palestinesi, indipendentemente dal fatto che non solo non sono stati capaci di costruire un proprio Stato, ma nemmeno un proprio organo efficace di autogoverno, con l'Anp inefficiente e corrotta in Cisgiordania e Hamas terrorista a Gaza. E tutto ciò perché incapaci di elaborare un progetto politico identificabile, se non la distruzione di Israele, e di edificare una infrastruttura economica e sociale moderna.
Si esprime molta pietà per i profughi palestinesi senza considerare che quando si formò un milione e mezzo di profughi, non solo i palestinesi, per le ragioni suddette, ma nemmeno alcuno Stato arabo fece nulla per integrarli (e oggi sono diventati 2 mln). Mentre i contemporanei e contestuali 600.000 profughi ebrei, in meno di 10 anni ebbero cittadinanza, istruzione e lavoro dallo Stato di Israele.
Ma i pregiudizi ideologici persistono. Scomparsa la nozione di Terzo Mondo, perché superata dalla realtà concreta, è ora subentrata quella di Sud globale, sempre a segnare un antagonismo di fondo con un Nord ricco e colpevole. Ma questa frattura Nord-Sud non sta più in piedi, visti i mutamenti degli ultimi decenni. Come quella Occidente-Oriente o Occidente- resto del mondo. Le faglie ricchezza-poverta', istruzione-ignoranza, progresso-arretratezza, democrazia-autocrazia attraversano ormai tutti i Continenti e le latitudini. Non esistono nessun Nord e nessun Sud omogenei. Io stesso da tempo non uso la nozione ' occidente libero ', ma ' mondo libero' e mondo autocratico'.
E chi sarebbero i riferimenti del Sud globale in cerca di riscatto? La Cina autocratica? La Russia che stupra nazioni e popoli? Chi se non proprio la Cina pratica oggi, tramite relazioni economiche pesantemente condizionanti, intenti ' colonizzatori'?
Insomma, siamo incamminati davvero in un mondo nuovo, con tutte le sue novità positive e nuove contraddizioni e rischi.
Per interpretarlo bene è meglio fare i detective curiosi di indagare i nuovi enigmi, piuttosto che cercare prove fasulle solo per corroborare idee che non hanno più corrispettivo.