Realisticamente protagonisti del proprio vissuto
di Carlo Mari---18-04-2023 | |
Venerdì 14 aprile si è concluso anche per questo anno scolastico 2022/2023 il progetto organizzato dalla nostra Associazione per scuole superiori con la Società EY (ex Ernst&Young), network internazionale di consulenza aziendale e formazione al lavoro (foto). Quattro gli istituti presenti quest’anno (Liceo Righi, Liceo Giordano Bruno, Liceo Dante, Liceo Newton). Un gruppo selezionato di 25 studenti che hanno personalmente aderito ad un percorso di 6 incontri, per lo più condotti da operatori e manager della EY. A differenza degli altri numerosi progetti, ancora in corso di realizzazione, con numerosi istituti superiori romani e non (i cosiddetti PCTO, Percorsi per le Competenze Trasversali e Orientamento), per lo più curvati verso la formazione culturale generale degli studenti (due filoni dominanti, l’Europa e la comunicazione), questo progetto con l’EY è più decisamente curvato nella direzione della formazione al lavoro. Come si approccia il mondo del lavoro e il mercato del lavoro; come si appronta un curriculum di presentazione; svolgimento simulato di colloqui di lavoro: questi i contenuti esperienziali in cui sono stati impegnati gli studenti, come anche negli anni passati di svolgimento del progetto. Ma quest’anno d’intesa con la EY è stata data particolare attenzione anche ad un altro aspetto “formativo”, della persona e del futuro lavoratore. Un aspetto più propriamente psicologico, di autosservazione della propria personalità: come identificare cioè le proprie inclinazioni, i propri talenti, le proprie attitudini (il che riveste importanza decisiva già molto prima della ricerca di un lavoro, cioè nella fase adolescenziale e giovanile della scelta della scuola superiore e poi di un percorso universitario). In altri termini il progetto ha curato quest’anno la duplice dimensione di approccio conoscitivo al mondo e al mercato del lavoro e di approccio conoscitivo introiettato verso se stessi. Non a caso a fianco degli operatori e manager aziendali hanno seguito gli studenti anche psicologi specializzati su questo versante di autosservazione in funzione delle proprie scelte di vita. E questa modalità di attenzione sul doppio terreno conoscitivo, verso l’esterno e verso l’interno, ha trovato piena convinzione da parte degli studenti partecipanti, che anche nell’incontro conclusivo di venerdì 14 aprile hanno raccontato e confermato l’apprezzamento per questa impostazione progettuale. Incontro conclusivo che si è svolto nella sala riunioni open space al piano terra dello “Spazio Europa Davide Sassoli” a Piazza Venezia. Un incontro tanto serio nei contenuti quanto solare nel clima umano che si respirava. A dispetto del grigio cielo piovoso che traspariva dalla ampie vetrate affacciate su Piazza Venezia – e dalle quali occhieggiavano tanti passanti lungo la strada, incuriositi da questo ensemble di ragazze e ragazzi in riunione – l’andamento dell’incontro di oltre un’ora e mezzo è stato gradevole, lineare ed incisivo, per l’interscambio fra relatori e platea studentesca. Le relazioni, o meglio comunicazioni colloquiali, sono state presentate dall’Amministratore Delegato di EY (Massimo Antonelli), dal sottoscritto in rappresentanza della Associazione, e dall’on. Piero Fassino, esponente del mondo politico che sovente collabora con i nostri progetti, e che manifesta sempre una incisiva capacità comunicativa con i giovani, con interventi di taglio didattico, quindi perfettamente in linea con la realtà studentesca coinvolta. Neanche ci si fosse messi d’accordo prima – il che non era appunto avvenuto – i tre interventi hanno condiviso una analoga impostazione, il cui leit motiv era: cercare la propria strada, con convinzione, lucidità e ad un tempo realismo. Con un taglio da uomo di azienda quello dell’AD, un taglio da persona di scuola quello del sottoscritto, ed un taglio da politico, e quindi con visione organica dello scenario, quello di Piero Fassino. E punto centrale delle riflessioni, il tema della flessibilità. Tema da sempre dibattuto, che presenta due possibili letture, molto diverse e lontane fra loro. Flessibilità come necessità di adattarsi alle richieste esterne, al mercato, ad interessi altri, quindi in definitiva come precaria subalternità ad altro. Flessibilità passiva, e precarietà dunque. E flessibilità come capacità di valorizzare sempre se stessi, anche di fronte alla necessità - che può essere anche opportunità - di riconvertirsi, di ricalibrarsi, di rinnovarsi (il cambiamento, altro grande tema trattato), ma sempre con i propri talenti e le proprie scelte come bussola da saper valorizzare e ad un tempo mixare con giusto ineludibile realismo di fronte alle strettoie, alle asprezze, alle difficoltà dello scenario di un’epoca di transizione, di trasformazione ed in definitiva di crisi come quella che stiamo attraversando. I giovani come forza proiettata verso un giusto protagonismo futuro e non depressi come la cronaca purtroppo spesso ci sta dolorosamente mostrando, nelle scuole, nelle università, nel mondo del lavoro. E dopo le relazioni, tre interventi di studenti con resoconto essenziale di quanto svolto durante il progetto. E qualche domanda di altri studenti per concludere. Si diceva prima circa la solarità del clima dell’incontro. E la solarità in buona sostanza era il prodotto di un gruppo di giovani studentesse e studenti del terzo, quarto e quinto anno delle superiori, che davano proprio la impressione di non voler essere soggetti passivi del proprio vissuto. E chissà che qualcuna/o di loro non ce le/li ritroviamo in un prossimo futuro in ruoli importanti della nostra società. Che un bel po’ di ricambio generazionale nella classe dirigente, politica e non, non farebbe proprio male a questo nostro paese. Alcune e alcuni di loro avevo avuto già occasione di conoscere in altri momenti e in altri progetti nel corso di quest’anno, e con grande stima. E chissà che fra qualche anno non capiti di dire: “ Ah! il premier, l’assessore, l’amministratore delegato ecc... ah! sì… qualche anno fa, in un pomeriggio di una piovosa primavera romana, era con me, a Spazio Europa... per un PCTO... | |