250. Una questione di metodo
di Carlo Corridoni---28-03-2023
Ieri, non so voi, il consueto incontro del lunedì mi è sembrato più gradevole del solito.
Rispetto allo standard ragguardevole di cui può fregiarsi, è forse stato meno denso di notizie e di approfondimenti ma di certo ha risposto nel modo più appropriato alle nostre esigenze di scambio e di comunicazione - anche nell'improbabile accezione di 'mettere in comune' - di esporre le impressioni e i dubbi o le incertezze di ciascuno di noi. Mie di sicuro.
La mancanza di un tema assegnato ha consentito a tutti la libertà di esprimersi sulle generalità - ovvio - ma relative al suo 'particolare', al suo 'vissuto' (come si diceva una volta, quando andava di moda scoprire come 'il personale fosse politico').
E sono piovuti interventi e contributi veramente interessanti, meritevoli di approfondimenti e di declinazioni specifiche nelle immancabili varietà circostanziali.
E così sono contento della condivisione manifestata dal Presidente Carlo Mari di considerare nell'ambito del Comitato Direttivo l'opportunità di ispirare i seminari futuri anche a tematiche emerse nel brain storming di ieri pomeriggio.
Un modo di far sentire partecipi e presenti tutti gli Iscritti a Parlare.
Parlare a ruota libera, ispirati dal contraddittorio e dall'interruzione implacabile, è un'arte che si sviluppa nelle riunioni assembleari (che non pratichiamo più) proprio come la preparazione di interventi strutturati e bencomposti è frutto dell'esercizio delle riunioni a distanza, con le forme rituali delle domande e risposte.
Non credo che torneremo integralmente al caro, vecchio metodo, mutuato anche dalla teatralità del luogo che ci ospitava, tanti sono stati i miglioramenti che hanno comportato le innovazioni - anche tecnologiche - ma un fatto è che ieri pomeriggio gli Iscritti a Parlare hanno potuto nuovamente assaporare l'emozione di improvvisare e, anche, di contraddirsi. Qualche volta.
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