Tra credenti e agnostici, un dialogo che non offenda l'intelligenza
di Alberto Galanti---06-01-2023 | |
Non credo che esista un qualsivoglia dio. Tanto meno un dio buono e giusto. Per dare un'idea del mio esagerato senso di giustizia, a volte maniacale, dirò che mi obbligavo a dare la stessa quantità di carezze e di attenzione a ciascuno dei miei due gatti. E, se non ho avuto più di un figlio, un motivo non secondario fu il timore che non sarei mai riuscito a essere 'adeguatamente giusto nella loro testa', nel corso delle piccole e grandi prove a cui la vita mi avrebbe sottoposto durante la loro crescita. Se questi limiti che ho descritto sono chiaramente irrazionali, ci sono molte altre cose di fronte alle quali la razionalità non mi manca. Capisco benissimo l'esigenza che molte persone hanno di credere che un essere soprannaturale sia all'origine di tutto il 'creato' e ho passato periodi bruttissimi durante i quali le ho anche invidiate per questa loro marcia in più. Considero le 'opere di misericordia corporali' uno dei punti più alti, semplicemente perfetti, raggiunti dal pensiero umano. Mi inchino ad esse e mi sento inadeguato e colpevole quando non riesco a rispettarne le regole. E' solo per questo che, parafrasando Benedetto Croce, non posso non dirmi 'comunista'. Un discorso diverso meritano, per me, le religioni. Gli antichi greci arrivarono a concepire, deducendo questa idea dall'esperienza umana, l'esistenza di dei potenti, permalosi, meschini, perfidi, in lotta tra loro. La loro religione, se credessi in esseri soprannaturali, sarebbe la mia, perché la considero convincente. Nel mondo ci sono religioni, credenze, o stili di vita dettati da pensatori e mistici, che non conosco e che quindi non commento. Mi concentro sulle tre grandi religioni monoteistiche conosciute dai più. Ebbene io considero queste religioni dei giochi di ruolo, con il libretto delle istruzioni più o meno infarcito di assurdità che, a volte, offendono l'intelligenza, la razionalità e il senso di giustizia di chi legge o ascolta. Se fossi una donna mi sentirei anche sottovalutata, oltraggiata, vilipesa senza alcuna giustificazione che non quella che si concede a vecchi rimbambiti. Perché questa lunghissima premessa? Per dire una cosa semplice e breve. Se le mie opinioni in materia di religione sono tali, ciò non significa che me ne disinteressi. Ritengo questi fenomeni molto influenti nella vita di tutti e quindi anche nella mia. Ne devo tener conto nella messa a punto delle mie idee politiche, nelle mie battaglie, nelle mie relazioni con gli altri. Il dibattito sull'eccezionalità storica della presenza di due papi e sui loro specifici profili, è stato a volte settario e a volte superficiale o banalmente religioso. Solo due interventi, provenienti da personalità cattoliche, mi hanno offerto un'analisi chiara e utile per le cose che interessano me. Un'analisi valida anche a prescindere dai fatti in questione. Sono stati entrambi segnalati nella nostra bella rassegna stampa (che Dio ce la conservi), in giorni diversi. Li ripropongo per quelli che non li hanno ancora letti o ascoltati. | |