“Operazione satellite”: i conflitti invisibili
di Giuliana Mori---07-02-2024 | |
La presentazione del libro di Frediano Finucci 'Operazione satellite', avvenuta lunedì 5 febbraio presso il Liceo Vivona di Roma, è stata qualcosa di più di una semplice presentazione. Iniziata in forma di lezione cattedratica e anche un po' tecnica su cosa siano i satelliti, quanti ne esistono e dove risiedono, la presentazione si è espansa nell'analisi di cosa esista nei cieli e nello spazio, a nostra insaputa, e di quali conseguenze, a livello internazionale, siano capaci questi oggetti gestiti in parte da enti istituzionali, ma anche da privati cittadini. Si parla di satelliti, oggetti metallici, pieni di strumenti elettronici ed ottici, di grandezza variabile tra quella di un pullman, o quella di un'automobile, o di una scrivania, fino ad arrivare a quella di una scatola di scarpe. Vengono mandati nello spazio a bordo di un razzo per vari scopi, da quello delle telecomunicazioni (segnali radio, TV, connessioni Internet), a osservazioni metereologiche, per riprendere immagini oppure per rilevazioni scientifiche. Il loro compito è quello di raccogliere dati. Con i satelliti è possibile misurare lo spessore dei ghiacci, rilevare le fonti di calore ad esempio incendi, la qualità dell'acqua e quindi l'inquinamento, l'altezza degli edifici, tracciare il movimento delle navi. Al momento si calcola che in orbita ci siano circa 12.480 satelliti, di cui però solo 4.900 ancora funzionanti, perché la maggior parte di essi sono solo rottami che ruotano attorno al nostro pianeta. Esiste una specie di anagrafe gestita da un apposito organismo delle Nazioni Unite alla quale dover comunicare le caratteristiche del razzo lanciato con il satellite a bordo. Questa prassi molto spesso non viene rispettata soprattutto quando vengono messi in orbita satelliti spia militari. Per fortuna anche oggi ci sono degli astronomi o degli appassionati che a titolo assolutamente volontario cercano di tener traccia dei lanci e degli oggetti messi in orbita, compresi quelli non dichiarati. I satelliti possono essere lanciati in tre orbite diverse a seconda della distanza dalla terra: LEO tra 500-1.200 km MEO tra 5.000-20.000 km GEO fino a 36.000 km. La maggior parte dei satelliti risiede nella prima orbita, detta orbita bassa. Il primo satellite fu lanciato dall'Unione Sovietica il 4 ottobre 1957 e questo avvenimento lasciò interdetti gli americani. Successivamente il fatto che il sistema satellitare fosse di proprietà degli Stati Uniti convinse altri paesi a costruire un proprio sistema di navigazione satellitare. Galileo è il nome di quello promosso dall'Unione Europea. Oggi per fare la guerra occorrono i satelliti, perché in questo modo si ha il controllo del sistema delle comunicazioni, decisivo per intervenire sugli stati. Infatti è stato proprio Elon Musk, privato cittadino, su richiesta del governo ucraino, a fornire a Kiev il suo sistema satellitare Starlink per sopperire alla rete Internet del Paese distrutta dai russi nella loro avanzata. Ad oggi non è ancora successo che gli stati distruggano i satelliti di paese avversari, ma potrebbe accadere che i satelliti diventino armi anti-satellitari, e quello che preoccupa di più è il fatto che tali azioni non siano prevedibili e si potrebbero conoscere solo successivamente a quanto accaduto. Per questo si parla di Pearl Harbour dello spazio. Su questa ultima tematica si sono concentrate le domande degli studenti, i quali hanno esposto le loro preoccupazioni al riguardo. Dal momento che sono tante le cose che non conosciamo e di cui ci fidiamo per interposta persona, su questo aspetto invece sarebbe bene conoscere approfonditamente i meccanismi di funzionamento perché tutto ciò potrebbe riguardarci molto direttamente sia per quanto riguarda i conflitti sia perché a gestirli potrebbero essere privati cittadini che si interpongono nelle cose pubbliche. | |