Letture natalizie, su fisica e dintorni
di Mara Gasbarrone---06-01-2023 | |
Dopo aver sentito l'intervista di Parisi a Rebus (la migliore finora ascoltata in tv), ripropongo la mia piccola recensione di qualche giorno fa. Riesco a leggere un libro da capo a fondo solo ad agosto e qualche volta a Natale. Questa volta non mi sono neanche dovuta impegnare troppo, perché il libro era ricco ma non troppo lungo, né troppo complesso: 'Gradini che non finiscono mai. Vita quotidiana di un premio Nobel', scritto a quattro mani tra Giorgio Parisi e Piergiorgio Paterlini. Perché mi incuriosiva questo libro? Un po' per la conoscenza diretta o indiretta dei due autori, un po' perché mio papà - che aveva un laboratorio molto rinomato di meccanica specializzata - aveva a suo tempo eseguito dei lavori per l'istituto di Frascati, e di conseguenza aveva concepito per la sua primogenita l'insano progetto di farne una fisica nucleare. Progetto che io prontamente boicottai, perché alla maturità solo per misericordia fui promossa anche in fisica. Troppo brava io in tutte le altre materie, troppo asina la professoressa di fisica del liceo. Cosa ho ricavato dal libro? Il quale forse non è un capolavoro di letteratura, né pretende di esserlo, ma si fa leggere molto volentieri, e trasmette una visione di vita significativa. In tempi in cui, giustamente, si lamenta il mancato riconoscimento del merito come causa fondamentale del declino italiano (ne ha parlato da noi Giampaolo Galli), oltre alla Banca d'Italia, menzionata nel libro di Galli, occorre dire che la facoltà di fisica di Roma, e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare costituiscono una luminosa eccezione, in cui le glorie della storia (e del presente) riescono - nonostante tutto - a coesistere con l'incertezza e la variabilità dei finanziamenti pubblici alla ricerca. Gli ambienti di lavoro di ricerca descritti da Parisi sono informali, senza regole costrittive, ma si fondano sull'impegno generoso dei singoli, e sono molto orientati al risultato. Si potrebbero anche definire competitivi, a giudicare dai positivi apprezzamenti del merito, che potrebbero sorprendere, ad opera di uno studioso notoriamente orientato a sinistra. Però sono anche ambienti collaborativi, perché i passi avanti decisivi nel comprendere un problema non possono prescindere dal mettere in comune le intuizioni, i dubbi e le domande. E questa condivisione può avvenire in una conversazione sulla circolare o scrivendo per un collaboratore una formula sul vetro appannato di una macchina. Non si fa ricerca da soli, ma nel gruppo, e facendo crescere nuovi talenti. E divertendosi, soprattutto, perché creatività e innovazione non nascono nella tristezza e nell'oscurità. Da ignorante di fisica, ignoravo che questa scienza fosse in generale 'il braccio armato della matematica', e che anziché limitarsi agli atomi ed elettroni, i fisici spesso e volentieri sconfinano nell'epidemiologia, prevedendo l'andamento del Covid, o nell'osservazione dei fenomeni naturali, come le traiettorie degli storni nei cieli di Roma. Ebbene, essi si occupano di quasi tutto. E la potenza di calcolo degli attuali computer allarga ulteriormente la loro capacità di comprensione. Fino a dove? Con molta semplicità, Parisi ci dice quello che la fisica non può spiegare. L'universo ha 13 miliardi di anni. Possiamo indagare come e cosa è successo dopo il big bang, ma certo non possiamo conoscere nulla su cosa c'era prima (ammesso che ci si possa esprimere in questi termini) né soprattutto sul senso di tutto ciò. Sulla vita quotidiana del premio Nobel, e sui suoi affetti familiari, a cui tiene molto, ciascuno può documentarsi sul libro. | |