In bilico
di Rosy Ciardullo---25-02-2022 | |
Il contributo dell’Italia alla causa ucraina e per la sicurezza europea è di 3400 soldati impiegati per la deterrenza, di cui 1400 già pronti e 2000 disponibili ad essere dispiegati ai confini dei paesi della Nato sul fronte Est dell’Europa. La follia della guerra del Presidente Vladimir Putin, scatenata in violazione di tutti i trattati internazionali, ha portato l’Europa alle soglie di un nuovo conflitto mondiale, alla necessità di attivare reazioni perfino militari molto forti, ma anche sanzioni e minacce, per difendere la libertà e il modello occidentale di sviluppo. E’ una guerra senza quartiere tra democrature e democrazie presente in tutti gli scacchieri mondiali. Si è prodotto un addensarsi fitto di punti interrogativi che non possono avere risposta perché mentre i rappresentanti della diplomazia europea cercano affannosamente soluzioni per porre fine alla crisi, Putin, non sconfessato dalla Cina, tesse filigrane segrete di progetti aggressivi. L’aggressione via terra, mare e aria, non riguarda solo l’Ucraina. Nel mirino c’è l’obiettivo neo-imperialistico di occupazione delle nazioni limitrofe, da quelle baltiche (Estonia, Lituania e Lettonia) ed anche la Polonia fino a quelle meridionali con sbocco nel mare d’Azov. Il riferimento all’art.4 del Trattato di Washington del Presidente Mario Draghi nel lungo discorso di questa mattina, alla riunione del G7 e del vertice NATO, accende inevitabilmente un sentimento fortemente empatico per le sfortunate popolazioni dell’Est, e fa pensare a qualcosa di incontrollabile in cui ci sta cacciando il Presidente russo. Putin attaccato a logiche geopolitiche di gestione di aree d’influenza di 50 anni fa e ad un forte sentiment anti-occidentale, è stato superato, nella sua visione esasperata, non solo dai paesi a sud ovest della Russia che vorrebbero liberarsi dell’influenza russa e vivere nel sistema democratico europeo, ma perfino dalla Cina che in quanto a modernità e sviluppo interno, soprattutto tecnologico e commerciale, rappresenta un modello molto più avanzato. La Russia, nel consesso mondiale, come affermò Barack Obama, è un soggetto politico ininfluente ed obsoleto rispetto al timing della storia. Le popolazioni ( Rostov) già coinvolte nella seconda guerra mondiale e il conflitto feroce del 1991 – 1992 dei Paesi dell’ex Jugoslavia, che fu un bagno di atrocità reciproche, ancora immerse in una sofferenza senza fondo nel dover vivere da decenni in povertà sotto lo stivale russo, si trovano ad essere colpite ancora una volta dalla guerra, questa volta quella di Putin. Con centinaia di morti. | |