la riforma del Terzo settore
di Giuliana Mori---26-01-2022 | |
L'universo del 'Terzo settore' è motivo di grande interesse e grande attenzione per l'importanza del ruolo svolto in questi anni e maturato in modo crescente nell'ultimo periodo. La crisi economica, prima, e la crisi sanitaria attuale hanno fatto sì che la solidarietà sia diventata un importante volano dell'economia a fronte di un mercato del lavoro molto costoso e di contro attività di volontariato gratuite nell'erogazione di beni e servizi. Sono appartenenti agli Enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, gli enti filantropici, le imprese sociali, le reti associative, le società di mutuo soccorso, le fondazioni Onlus e tutti i soggetti privati che agiscono senza scopo di lucro. Il Terzo settore è perciò costituito dall'insieme di realtà che non appartengono né al settore pubblico né a quello privato. I dati Istat mostrano un settore in fermento che ha trovato la propria collocazione in una realtà in cui è sempre più marcata la richiesta ad assolvere funzioni socio-assistenziali che sconfinano poi in quello che viene denominato ambito di interesse generale che include cultura, sport, ambiente, attività ricreative trascurate dal servizio pubblico. A testimoniare la crescita del settore sono i dati economici dell'ultimo censimento dell'Istat relativo al periodo 2011-2015 che evidenziano un netto aumento dei flussi finanziari in termini di entrate e uscite: 70 miliardi di euro di entrate (+10%), 61 miliardi di euro di uscite (+6,9%) rispetto alla fine del 2015. Quanto alla tipologia di Enti presenti nel nostro paese il 60% delle istituzioni no profit conta meno di 30.000 euro di saldo di bilancio, per quanto concerne invece il finanziamento risulta essere privato nell'85% dei casi, pubblico nel 15%. La dicitura di 'interesse generale' ha posto l'attenzione del Terzo settore sul benessere e l'evoluzione di una comunità piuttosto che sul recupero e l'assistenzialismo individuale, aspetto che ha favorito la partecipazione di molti cittadini e la possibilità di operare su molti campi. Di conseguenza, a questo proposito, ben corrisponde il modello di un'Amministrazione condivisa, proposto dalla Corte Costituzionale che, proprio in tema di legislazione relativa al Terzo settore, presenta il terzo (sia esso ente o cittadino) non più come colui che difende interessi di natura economico-patrimoniali, ma collabora alla stesura dell'interesse generale in quanto membro di una comunità in cui l'Amministrazione non è più lasciata sola e l'interesse è fuori e alternativo al profitto e al mercato. Partendo dalla considerazione che gli interventi fino ad oggi prodotti in materia di no profit hanno dato luogo ad una normativa tutt'altro che organica, alquanto parziale e frammentaria, il legislatore ha delegato il Governo, nel 2016, all'attuazione di una riforma organica della normativa del settore (Legge delega 106/2016). Trasparenza e controllo sono quindi i principi ispiratori della riforma espressi nel Codice del Terzo settore (d.lgs. 117/2017) e i punti chiave in base ai quali rimodellare entro un termine transitorio gli statuti esistenti di quelli che saranno denominati Enti del Terzo settore. | |