Cogito ergo... digito

Alla mia incredulità su come un’ampia rosa di intellettuali nostrani e non, possano stare sulla sponda anti-scientifica senza imbarazzo, tra formazioni dichiaratamente fasciste e tuttologi di ogni disciplina, tra cui giornalisti, filosofi, medici che contestano la scienza, parlamentari ambigui e reticenti, che ritengono di poter parlare di scienza e contestare immunologi e scienziati, Piergiorgio Odifreddi ha provato, mi pare, a dare almeno in parte una spiegazione di questo fenomeno perverso col suo pezzo “Gli umanisti e il senso di vergogna” su La Stampa del 7 dicembre
https://www.lastampa.it/editoriali/lettere-e-idee/2021/12/07/news/il_senso_di_vergogna_degli_umanisti_no_vax-1134956/.
Gli studi classici, che hanno prodotto quasi un effetto ritardante nel nostro paese riguardo allo sviluppo di un approccio scientifico ed onesto, hanno fatto da sempre la differenza con gli studi tecnico-scientifici considerati questi ultimi, soprattutto la meccanica e l’elettromagnetica, uno strumento ad uso esclusivo degli studenti delle classi popolari per agganciare il lavorio manuale nelle officine e nelle aziende.
Ad oggi, nessuna riforma della scuola è connessa con slancio col mondo delle nuove professioni e per l’acquisizione delle competenze scientifiche necessarie per affrontare complessità e sfide che i nuovi processi legati all’ambiente e al digitale richiedono. Un approccio pragmatico e scientifico, adeguato ad un mondo tecnologico in evoluzione continua, più che auspicabile risponde ormai di più ad uno stato di necessità nazionale. Il perpetuarsi di atteggiamenti anacronistici di presunta superiorità osannati in varie iniziative e presidi, che definirei offensivi vicini all’isteria, anche sulle piazze mediatiche (talks, social media e carta stampata) nei confronti della scienza e della ricerca, continuano ad interrompere sintonie e generare dubbi inutili sugli effetti benefici dei vaccini di cui per fortuna tutti possiamo disporre. Nel mondo occidentale, intendo.

Gli umanisti e i no vax di Rosy Ciardullo---11-12-2021
Alla mia incredulità su come un’ampia rosa di intellettuali nostrani e non, possano stare sulla sponda anti-scientifica senza imbarazzo, tra formazioni dichiaratamente fasciste e tuttologi di ogni disciplina, tra cui giornalisti, filosofi, medici che contestano la scienza, parlamentari ambigui e reticenti, che ritengono di poter parlare di scienza e contestare immunologi e scienziati, Piergiorgio Odifreddi ha provato, mi pare, a dare almeno in parte una spiegazione di questo fenomeno perverso col suo pezzo “Gli umanisti e il senso di vergogna” su La Stampa del 7 dicembre https://www.lastampa.it/editoriali/lettere-e-idee/2021/12/07/news/il_senso_di_vergogna_degli_umanisti_no_vax-1134956/. Gli studi classici, che hanno prodotto quasi un effetto ritardante nel nostro paese riguardo allo sviluppo di un approccio scientifico ed onesto, hanno fatto da sempre la differenza con gli studi tecnico-scientifici considerati questi ultimi, soprattutto la meccanica e l’elettromagnetica, uno strumento ad uso esclusivo degli studenti delle classi popolari per agganciare il lavorio manuale nelle officine e nelle aziende. Ad oggi, nessuna riforma della scuola è connessa con slancio col mondo delle nuove professioni e per l’acquisizione delle competenze scientifiche necessarie per affrontare complessità e sfide che i nuovi processi legati all’ambiente e al digitale richiedono. Un approccio pragmatico e scientifico, adeguato ad un mondo tecnologico in evoluzione continua, più che auspicabile risponde ormai di più ad uno stato di necessità nazionale. Il perpetuarsi di atteggiamenti anacronistici di presunta superiorità osannati in varie iniziative e presidi, che definirei offensivi vicini all’isteria, anche sulle piazze mediatiche (talks, social media e carta stampata) nei confronti della scienza e della ricerca, continuano ad interrompere sintonie e generare dubbi inutili sugli effetti benefici dei vaccini di cui per fortuna tutti possiamo disporre. Nel mondo occidentale, intendo.