La Filosofia negli Istituti Tecnici
di Carlo Corridoni---31-10-2021 | |
Cari Iscritti a Parlare. Benché iscritti, parliamo poco e scriviamo meno, soprattutto di Scuola. Peccato! Leggo nella rubrica del Presidente Carlo Mari due recensioni che concernono una 'nuova' disciplina che verrebbe inserita negli Istituti Tecnici, e mi allarmo per quel glorioso Ordinamento di studi che, ormai da anni, non subisce altro che interventi umilianti. Tanto umilianti, ancorché presuntivamente risarcitòri, che penso gli avrebbe maggiormente giovato l'oblio. Il 'nuovo' insegnamento consisterebbe nientemeno che della Philosophia, la Disciplina intestata più all'amore per la Conoscenza che alla Conoscenza medesima! Sicché, dopo la 'licealizzazione' degli Istituti Tecnici appena accennata dal Ministro Berlinguer, dopo il Principio delle 3I (Informatica, Inglese, Internet) della Ministra Moratti, che informava il Liceo Tecnologico, seguito dal salvataggio ma non dalla drastica riduzione di ore d'insegnamento dei Ministri Gelmini e Tremonti, riecco un Ministro-entusiasta intestarsi il più nobile degli scempi concorrenti: quello della Filosofia e dell'Istruzione tecnica insieme! Mi viene da rimpiangere la Ministra Lucia Azzolina, che almeno un concorso alla Dirigenza scolastica lo vinse giovanissima! Io non voglio risalire alle discussioni fra Elio Vittorini e Concetto Marchesi sulla Scuola dei Migliori, che non sarebbe aristocratica ma solo dedicata alla Classe dirigente del Paese, e nella quale gli Istituti tecnici non sono mai stati annoverati, né intrigarmi coi filosofoni televisivi Massimo Cacciari e Umberto Galimberti, concionatori professionisti. Vorrei immodestamente far presente, però, che nelle discipline c.d. tecniche, non so valutare con quanta filo, è tuttavia ancora ben presente molta sofia! Non apparterrebbero ad una Sapienza classificata, alla Sophia, la comprensione del funzionamento di un motore asincrono, di un differenziale, di un linguaggio di programmazione o di un Sistema operativo? Sarebbero saperi inefficaci per una carriera dirigenziale? Ammetto quest'inefficacia solo osservando le apicalità d'incompetenza dirigenziale che stanno spesso sotto gli occhi di tutti. Quale idea hanno Lorsignori - direbbe Fortebraccio - del Cittadino, che sia esecutivo o dirigente? Che cosa pensano della dimensione concettuale del LAVORO? Dell'organizzazione del proprio ed altrui lavoro? Ho conosciuto la Preside Patrizia Marini e in qualche progetto ho fortunatamente collaborato con Lei. Concordo nel suo appello a restituire all'Istruzione tecnica le discipline assurdamente tagliuzzate (quantitativamente e qualitativamente) in nome di superiori risultati di apprendimento, però - che caso! - tutti improntati al risparmio sul bene più prezioso: l'Istruzione dei giovani. | |