Yo soy Carlo, soy democràtico... no me lo pueden quitar
di Carlo Mari---13-10-2021 | |
Semplicemente per dire, che concordo con tutti i punti espressi da Alberto. 1) La Meloni 20 anni fa sembrava poter essere una leader, di destra certamente, ma destra nuova ed europea. Oggi è solo volta all’indietro, fuori persino dal buon senso nel caricare i toni interpretativi dell’esser di destra. Il suo discorso a Madrid, come dice Alberto, è stato truce, vecchio e persino inconsapevolmente ma teatralmente ridicolo, come recitato, al maschile, da un vecchio attore “trombone”. Basta guardare il video, di quella scena; credo abbia imbarazzato e irritato gli stessi elettori di destra. E tutto ciò non è un bene per nessuno, perché non è un bene per la dialettica democratica. 2) Gli avversari politici, tutti, persino quelli violenti e più illiberali, vanno comunque sconfitti politicamente nella società, fra i cittadini, nell’opinione pubblica, nel mentre si applicano le leggi, che esistono per colpire illeciti e violenze. Se non li sconfiggi politicamente, riemergono sempre, rapidamente, altrove, in altro modo, sempre diversi e sempre uguali. Piacesse o non piacesse, il vecchio PCI era saggio e solido, politicamente abile e credibile. E con lui la CGIL di allora. Tanto saldi nel difendere interessi popolari e del lavoro quanto saldi nel difendere le istituzioni democratiche, repubblicane e costituzionali; e nel tenere insieme le due cose, come la stagione del terrorismo dimostra ed insegna. E sì, Alberto, proprio come dici tu, bisogna ragionare, agire e impegnarsi freddamente; che non è un difetto, non è mancanza di passione, di emozione, di sensibilità, o di valori. Bensì è politica. E’ politica democratica, che non ha bisogno di aggettivi per definirla. E per viverla. | |