Il nuovo Atlantismo
di Rosy Ciardullo---09-05-2021
Negli Anni '70, non era scontato per la mia generazione parlare dell'America come massima espressione della bontà del mondo Occidentale vista l'abitudine di portare “the boots on the ground”(gli scarponi sul terreno) per incursioni in Indocina e altrove. Gli USA furono il simbolo dell'ingiustizia e dell'arroganza contro popolazioni inermi .Ricordo le manifestazioni contro la guerra nel Vietnam che accesero gli animi dei giovani di allora. Che sicuramente imposero alla politica, trattandosi di un fenomeno mondiale, il valore imprescindibile del pacifismo, per sempre. Un valore che non si poté più ignorare nei rapporti tra stati insieme ad un nutrito corollario di richieste sul diritto al lavoro, i diritti civili insieme all'affermazione del pensiero delle donne, determinando un'urgenza di democrazia all'interno degli stati. Ovviamente l'impero americano non si muoveva solo per il dominio ma per l'importanza della questione geopolitica. Per la difesa di vaste zone di influenza che gli Usa esercitavano in molti paesi del Pacifico.

Dopo le battaglie dei neri d'America, l'impegno agguerrito per i diritti civili sostenuto da motivatissime lobby di avvocati americani e le Presidenze significative di Bill Clinton, Barack Obama e adesso di Joe Biden, appare una necessità la scelta di colpire a livello diplomatico ed economico gli stati governati da autocrati (Putin, Erdogan e Xi Jinping ne sono un valido esempio). Inoltre, la rinnovata alleanza tra USA ed Europa attiva nuovi processi e scopre sfide comuni impensabili fino a qualche tempo fa. Per la difesa del miglior mondo possibile, per i lavoratori, per la sanità, per la scienza, per le donne e l'economia verde.
La battaglia per l'affermazione dei diritti civili in tutto l'Occidente entra in campo politico e sconfina in quello diplomatico in paesi come Turchia, Egitto, Russia e Cina. I nostri competitor internazionali sistemici. Che mirano alla vecchia Europa. A quel continente che gli USA vorrebbero sempre più somigliante a sé stessi,. Poichè rimane la culla dei diritti e patria della democrazia, anche se invecchiata e sonnolenta rispetto alle sfide che si annunciano. Sia nel lontano Medio Oriente che nel Mediterraneo.

Il nuovo Atlantismo ha i suoi protagonisti definiti “organici” in Joe Biden e Mario Draghi, che spingono sul pedale di nuovi e più concreti accordi, che a giudicare dalla recente azione politica, si declinano in solidarietà ed equità per le popolazioni colpite dal covid e dalla povertà.
Il Recovery Plan e il legame rafforzato con l'America dovrebbe colmare quel gap molto dubbio che si era creato con l'inaugurazione della via della seta, voluto da Di Maio. Non proprio così la Germania che fedele al suo sentiment di nazione più forte d'Europa, mantiene un atteggiamento ambiguo anche rispetto alla vicenda del gasdotto Nord Stream2, privilegiando la sua equidistanza sia dall'America che dalla Russia. Nonostante però la disapprovazione degli USA e dell'Europa, che temono per la sicurezza energetica dell'Europa visti i rapporti con Putin, i lavori continuano e la Russia non sembra intimidita.

Oltre al nuovo protagonismo atlantico dell'Europa , in ultima analisi , ci dovrebbe essere quello italiano, nel Mediterraneo. Un spazio importantissimo nei secoli che adesso è percepito come un ventre molle, percorso in lungo e in largo da carghi stranieri verso i porti più strategici (Trieste) o da barche e barchini di immigrati.
Incontrare gli autocrati per trattare temi che interessano il nostro paese e l'Europa intera è stato l'ottimo segnale mostrato da Draghi andando personalmente in Libia. Un passo che dimostra il pieno rientro dell'Italia nei complessi giochi della diplomazia e della politica estera, per sostanziare una rinnovata strategia che si muove attorno a cooperazione economica , energia (ENI) , immigrati, terrorismo.
Inoltre, l'Italia finalmente ha volto lo sguardo al Sahel , al confine Sud dell'Europa con operazioni militari di controllo pilotate dal Ministro della difesa, Lorenzo Guerini. In particolare, nel Mali, porta d'ingresso dei terroristi, dove il contingente italiano insieme ai francesi già presenti su quei territori, presidiano il confine sud d'Europa.

Ad Est dell' Europa, i confini della Russia sono stati ormai erosi dalle tante fughe autonomiste dei paesi che un tempo erano nella sua sfera d'influenza. L'Ucraina che chiede aiuto alla Nato fa parte di questo processo di allontanamento dallo strapotere della Russia. Un paese avvezzo, almeno nel suo ventre più profondo, ad avere sempre uno zar di riferimento e appartenente alla retorica mai sopita della “grande Russia”. L'Ucraina non ha scelta. La lotta per i diritti civili, la democrazia e il caso Alexey Navalny , è tutta qui ma deve fare i conti con Putin che non intende perdere territori e risorse (Gas).

In generale, Joe Biden, nel solco di un grande piano di rinascita dell'America che comprende la difesa dei valori e dell'economia, con un programma di sviluppo superbo di 40/50 miliardi di dollari da impegnare per rafforzare la produzione di strumenti tecnologici (chip e semiconduttori per le aziende produttrici di automobili), sta riducendo l'esternalizzazione, che ha colpito negli USA anche l'industria farmaceutica, e la dipendenza dell'economia americana da quella cinese. Il grande impiego di capitali sulla locomotiva americana è la scommessa del Presidente americano di voler convogliare anche l'Europa, quindi anche l'Italia, in questo sforzo per lo sviluppo che significa investimenti, ritrovata sintonia, comunanza di sistemi valoriali e comune intesa. Per creare attraverso alleanze politiche, economiche e di scambio un fronte compatto, un rinnovato patto atlantico, contro un'aggressività politica che ha come sfondo una comune visione anti-democratica, sostenuta da accordi e esercitazioni militari, da parte dei numerosi dittatori che popolano il pianeta.


.