Il ritorno di Keynes
di Stefano Minghetti---14-03-2021 | |
E’ notizia di questi giorni che il piano di rilancio dell’economia americana da 1.900 miliardi di dollari (il c.d. American Rescue Plan) ha ricevuto il via libera definitivo dal Congresso degli Stati Uniti. È il maggior stanziamento di denaro federale dai tempi della Grande Depressione e sarà firmato dal presidente Biden entro pochi giorni. Credo che questo piano contenga in sé almeno due obiettivi: uno esplicito ed uno sottinteso. L’immediata finalità del piano è ovvia: aiutare gli Stati Uniti ad uscire da un anno terribile in cui la pandemia ha ucciso più di 530 mila persone e alcuni milioni di americani hanno perso il lavoro. La cifra stanziata include, tra l’altro, 400 miliardi di dollari da distribuire direttamente ai cittadini in difficoltà e 350 miliardi da destinare ai singoli stati e autorità locali e ad incrementare la distribuzione dei vaccini. Il secondo obiettivo, non meno importante anche se meno visibile e meno immediato è quello di ristabilire la fiducia dei cittadini nell’intervento pubblico. Il declino del ruolo dello Stato ebbe inizio una quarantina di anni fa con la presidenza di Ronald Reagan e la famosa “reaganomics”, che teorizzava la non ingerenza del settore pubblico nell’economia. Una delle frasi preferite del presidente-attore era che le parole più “terrificanti” (terrifying) della lingua inglese fossero: “Sono del governo e sono qui per dare una mano” (I’m from the government and I’m here to help). La caduta dell’Unione sovietica ha contribuito a rafforzare la convinzione che lo Stato fosse una fonte di inefficienza economica e di ingerenza negli affari dei cittadini. In molti paesi, governi sia di destra che di sinistra hanno bollato il settore pubblico come obsoleto ed inefficiente, mentre la privatizzazione dei servizi o delle imprese pubbliche veniva vista in maniera positiva. Di conseguenza, grazie anche a politiche fiscali regressive, il raggio d’azione degli Stati si è progressivamente ridotto. Tuttavia, non sempre il settore pubblico è stato visto come una cosa negativa, come testimoniano il New Deal di Roosevelt e il progetto della Great Society auspicato da Lindon Johnson o molte delle istituzioni che caratterizzano i paesi dell’Europa occidentale. Il piano di Biden è tutt’altro che perfetto; tuttavia, ha se non altro il merito di accantonare e, speriamo, far dimenticare quattro decenni di politiche basate sul liberismo economico e sulla progressiva riduzione del welfare, tanto care a Ronald Reagan e Donald Trump. | |