Chi dice che la Scuola non funziona?
di Carlo Corridoni---03-03-2021 | |
Prima di tutto, bisogna stare attenti alla genericità. Proviamo a dire che 'la Scuola non funziona' ai membri di tutte le famiglie che vivono o sopravvivono grazie al Lavoro generato dal servizio scolastico, e si tratta di decine di centinaia di migliaia di persone ... Allora diciamolo alle centinaia di migliaia di 'Lavoratori della conoscenza' che si attivano quotidianamente, spesso al massimo delle loro possibilità, con modesto riconoscimento dei loro servizi e quasi nullo dei loro meriti ... Soprattutto con gli studenti e con le famiglie, per cui la Scuola - bene o male - dà sostanza alla speranza di acquisire comportamenti, saperi e prospettive altrimenti non acquisibili, occorre esporre puntualmente i problemi che si individuano nei diversi aspetti della Scuola. Anzi, tali problemi devono essere formulati proprio con il loro fondamentale contributo. Provate a dire a un ammalato che 'il suo corpo non funziona'! Paradossalmente, l'ammalato potrebbe rispondervi che - prima di tutto - intanto, quel corpo dolorante gli consente di vivere, non ostate la malattia, anzi: che la malattia stessa sarebbe, in fin dei conti, un segno della sua efficienza e vitalità! Con questo esordio, voglio dire come la Scuola disimpegni una quantità impressionante di funzioni sociali e individuali, economiche e politiche, scientifiche e culturali, tali da comportare nella loro stessa descrizione un'idea non approssimativa dell'intera Società Civile. Insomma: la problematicità è inerente la medesima definizione del complesso dei Servizi scolastici. Sappiamo bene, però, come i 'problemi' non basti rappresentarli, ma che vadano invece ben posti, formulati: vale a dire 'enunciati nell'ambito delle loro possibili soluzioni'. La prima strada di ogni soluzione consiste nella frammentazione del problema complesso, in modo che le singole soluzioni parziali concorrano alla soluzione generale, da verificare e discutere. Ecco quindi l'intrinseca 'difficoltà' dei problemi che si incontrano in ambito scolastico, fin dalla correttezza della loro posizione. Faccio un esempio. Problema: Ridurre la perdita di risorse dovute all'espatrio dei Dottorati. Il 'problema' pare chiaro ma così non è risolubile e va meglio circostanziato e arricchito di dati, qualitativi e quantitativi, per affrontarlo nelle giuste dimensioni, anch'esse qualitative e quantitative! Dopo la complessità dei problemi inerenti la Scuola, ma, forse, quale aspetto di tale complessità, viene la caratteristica 'autoreferenzialità' della Scuola. Se per autoreferenzialità di un complesso intendiamo la sua autonomia di valutazione, bisogna riconoscere che tutte le Istituzioni statali sono in un certo qual modo 'autoreferenti'. Mettete la Difesa o la Salute: in quale misura questi Servizi possono adattarsi alle richieste della Società democratica? Di quali strumenti dispone il cittadino per incidere su questi grandi sistemi? In più, rispetto a questi, la Scuola ha pure un altro genere di autoreferenzialità, di tipo sistemico, che le ha perfino consentito di sopravvivere quasi 'automaticamente': La Scuola assorbe la c.d. 'disoccupazione intelletuale'. Vale a dire, gli Istruiti che non vengono assorbiti dal Mercato del Lavoro, ormai tradizionalmente, rientrano nella scuola in qualità di Docenti e Dirigenti, già parzialmente formati dal prolungato tirocinio studentesco. Un feed-back dagli effetti sorprendenti. Trovatemi un altro tipo di professionista che sia formato in modo più prolungato di un insegnante! Fin dall'età di sei (sei!) anni il futuro Docente vede all'opera - ammira o subisce - Insegnanti più o meno efficaci, più o meno efficienti, e impara mimeticamente a Sapere, Saper Fare, Saper Essere. E non è detto che apprenda meglio dai migliori insegnanti! (Ma che vuol dire meglio, che vuol dire peggio ...) Questa autoreferenzialità 'intrinseca' agisce nel modo più subdolo e, di questo sono convinto, consiste nel più efficace strumento di conservazione della Scuola: e non solo del bene. Anzi! Metteteci l'inevitabilità di un 'precariato funzionale' e sarà del tutto evidente come la formazione dei Docenti e Dirigenti, più che espresso quale problema, rappresenti un dramma della Pubblica Amministrazione. Scusate la lungaggine. | |