Le bambine africane devono andare a scuola
di Rosy Ciardullo---08-02-2021 | |
Fiumi di parole vengono spese dai media e dalla politica sulla lotta contro la violazione dei diritti fondamentali dell'uomo uguali in ogni latitudine, preferirei però introdurre la specificità della discriminazione a cui sono esposte soprattutto bambine e ragazze in vasti territori, ad esempio, l'Africa. Dovrebbe maturare e prevalere, un pensiero politico sistemico a livello mondiale che, nella prassi, attraverso i Trattati internazionali e le Convenzioni di reciprocità, ove necessario, subordini il perfezionamento degli accordi per gli aiuti, all'obbligatorietà di una quota di investimenti da spendere per l'istruzione femminile. In alcuni paesi africani dove vigono democrazie imperfette, questo già si potrebbe fare(Tunisia, Kenya, Sud Africa,ad esempio). L'alfabetizzazione è un paradigma basico, ineludibile della modernità che, una volta introdotto nel diritto internazionale,se non soddisfatto, dovrebbe comportare penalizzazioni e sanzioni con una ricaduta sugli scambi economici e commerciali tra Stati. Mi si potrebbe obiettare che nel mondo i rapporti politici tra Stati sono talmente improntati a rapporti di forza, inclini ai conflitti e alla violenza che non c'è modo di iniziare un discorso sul finanziamento dell'istruzione femminile. Parliamo allora di colpevole indifferenza perché un percorso di consapevolezza su questa questione, secondo me, andrebbe avviato quanto prima. Credo infatti che tutto si tiene e che vanno aperti contemporaneamente tutti i canali per intavolare argomenti a favore dei diritti civili, contro le persecuzioni e la riduzione in stato di schiavitù di molta parte dell'umanità. Sicuramente , il mondo necessita di una leadership femminile mondiale che faccia rete, che lavori su questi temi e intervenga con più determinazione e visibilità in tutti i teatri di crisi. Già nel 2014, Emma Bonino, Rita Levi Molìntalcino, Cècile Kienge e Laura Boldrini, avevano richiamato all'attenzione il tema della scolarizzazione femminile, i pericoli dell'istruzione negata, che insieme alla povertà, sono alla base di gravidanze e matrimoni precoci. Di contro, è elevatissimo il ritorno dell'alfabetizzazione delle donne. In particolare, in società meno sviluppate, le donne più istruite trovano subito lavoro. Col mio pensiero vado all'Africa, il continente più prossimo a noi e con cui dovremo fare i conti, non soltanto in termini di cambiamenti geopolitici molto prossimi e che ci coinvolgeranno molto da vicino, ma anche per il riverbero non da poco conto che avrà sull'Europa l'incremento demografico sproporzionato di fine secolo che si prevede di 4 miliardi (solo la Nigeria sarà costituita da 800 milioni di individui). Le Ong in Africa hanno aiutato ad eliminare malattie terribili e condotto campagne di sensibilizzazione determinanti , ma non è sufficiente. Come non sono assolutamente sufficienti Forum e Conferenze sul tema, campagne sui social per raccogliere fondi per adozioni a distanza e per combattere le mutilazioni genitali. Ciò che deve cambiare è la natura dell'agire politico tra Stati del Sud e del Nord del mondo, subordinando l'elargizione dei fondi per aiuti e investimenti, soprattutto al benessere di bambine e ragazze, laddove sono discriminate. Puntando soprattutto alla scolarizzazione . Non è un'utopia ( anche se la nomino) ma deve cambiare di segno il senso dei rapporti politici e geopolitici, la prospettiva di intervento. Le donne non possono rimanere effetto collaterale di un mondo patriarcale sempre in auge ma alla deriva rispetto alla modernità. Gli accordi politici tra Stati devono contenere e rispettare questi temi. Così come i progetti di Cooperazione e scambi. Gli Stati del Nord del mondo dovrebbero iniziare a farsi carico di questo e di agire tenendo la barra dritta con politiche incisive e antidiscriminatorie specifiche, indirizzata alla costruzione del protagonismo femminile e ad investire sulla realizzazione della parità di genere, ovunque. L'incontro con l'istruzione, la magia della conoscenza e delle scelte, la curiosità dei libri, sono elementi che nutrono l'anima, si strutturano nella mente e non sono più contrattabili, né espropriabili. Questo promuoverebbe un riflesso identitario che potrebbe influire in meglio per migliorare la condizione umana in generale. Le donne africane che hanno ricevuto un'istruzione, scivolano meno nello sfruttamento, sono meno esposte alla violenza e sono madri più attente . Proteggono più sapientemente la loro salute e quella dei loro figli. I numerosi progetti di imprenditoria femminile, attraverso monitoraggi successivi, sono risultati molto positivi. E' un fatto che il numero delle donne in Africa, come in Cina e in India, è inferiore a quello degli uomini. Il gap è dovuto alla discriminazione e all'infanticidio. Rituali aborriti ed insostenibili ormai in vetta alle sensibilità di molte coscienze democratiche. | |