Fraschette oggi. E domani
di Carlo Corridoni---01-02-2021 | |
Dal Giorno della Memoria, da quando ho portato la mia testimonianza su Fraschette, non mi sento tranquillo sulla compiuta espressione del mio pensiero nel fatto. Con quella concezione dinamica della Memoria che ho espresso mercoledì, mi sono forse spinto oltre le mie cognizioni storico-critiche e temo di aver ingenuamente indotto a pensare che sempre - sempre - si possa distinguere fra Ricordo e Memoria, cioè fra testimonianza soggettiva, consapevole, e documentazione oggettiva, scientifica. Pur nelle loro distinte opinabilità, che sono caratteristiche sia del Ricordo (condivisibilità) sia della Memoria (falsificabilità), i due concetti sono disgiunti ed è bene che ognuno cerchi di tenerli ben distinti anche all'interno delle sue proprie convinzioni. Certo, nei limiti individuali del possibile. Se non tornassi su quegli argomenti, e non una volta per tutte, mi sentirei come quelli che 'passata la Festa, gabbato lu Santo'... Mi spiego: Io di Fraschette, oggi, mi vergogno complessivamente ma riesco ad argomentare i suoi aspetti diversi e a riconoscerne il concorso di responsabilità diversificate. Ieri e oggi. Delle molte Fraschette distribuite in Europa si può infatti discutere ancora, come si discusse di altre, tragiche realtà nel Processo di Norimberga, perché esistono tracce storiche, documenti inoppugnabili nella loro possibilità di discuterne. Esiste dunque una Memoria Storica, ammonitrice quanto si vuole - appunto 'monumentale' - che si può perfino colpevolmente ignorare ma assumendosene tutte - tutte! - le responsabilità. Per alcuni anche a dispetto delle salvifiche prescrizioni ... La banalità stessa di quel male ha lasciato tracce su tracce: fu una banalità razionalmente costruita ma tale da permanere in qualche modo nello spazio e nel tempo. Mettete invece altre stragi storicamente significative, altre sistematiche persecuzioni come, per esempio, quella dei Tutsi in Ruanda: come costruire quella 'Memoria'? Su quali dati documentali procedere, che siano diversi dai personali, individuali 'Ricordi'? Per quanto avvenuto nella dissoluzione della Jugoslavia qualcosa, ma non del tutto, si è potuto individuare, laddove si sono potute individuare quelle catene di comando che hanno inchiodato i soggetti alle loro responsabilità, come nei fatti di Srebrenica. Più le azioni che le omissioni, a dire il vero. Il pensiero corre subito ad altri eventi genocidiari in Siria, in Iraq, in Kurdistan e nell'Armenia, o semplicemente persecutori come in Afghanistan, il cui segno percepibile consiste per noi nelle disperate migrazioni di centinaia di migliaia di civili indifesi. Qui pare addirittura inconcepibile congetturare e confutare il Modello da memorizzare, tanto urgente è l'agire comunque: salvare vite morenti ingiustamente condannate. Ed ecco Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, respinto dalla polizia della Croazia, insieme ad altri parlamentari europei intenti a documentare le condizioni di sopravvivenza dei migranti! Insomma: il Giorno della Memoria rischia di ritagliarsi unicamente su Auschwitz, semplicemente perché - come lo definì Hannah Arendt - quel male era banale, praticato da uomini banali, mentre il male attuale riesce molto più raffinato. Un Male da apparire inconsistente, inspiegabile in quanto tale, a-responsabilmente prodotto, necessario come un Cavaliere dell'Apocalisse inscritto nei destini dell'Umanità. | |