Serve un 'patto per la scuola'
di Vittoria Gallina---14-08-2020 | |
Tra un mese la scuola dovrebbe riaprire, poi però il 20 settembre si vota e.. se il virus sta buono si dovrebbe avviare una attività regolare?????? Cerco di capire cosa pensano i responsabili istituzionali, scarico i documenti e i relativi commenti e sono davvero preoccupata. Nessuno fornisce una informazione documentata circa gli effetti della chiusura di TUTTE LE SCUOLE, né presenta analisi serie e riflessioni da offrire a una discussione produttiva. Quello che si legge è il risultato di un esercizio, veramente poco intelligente, di collocazione di bandierine che servono a riconoscere e a riconoscersi in schieramenti davvero poco interessanti. Sono volutamente schematica, ma ho voglia di dire BASTA!!!! Il ministro snocciola rotoli di moneta sonante, annuncia migliaia di nuovi docenti, garantisce banchi e seggiole semoventi e si affida a formule un po’ stantie circa attività didattiche da rispolverare , agli allegati della protezione civile ( peraltro costruiti sui dati dell’anno scolastico bruscamente concluso) , a tavoli e tavolini tra vari soggetti istituzionali e a presidi sanitari diffusi sul territorio????????Stupisce che nessuno senta il bisogno di formulare alcune semplici domande cui il ministero potrebbe, doverosamente, rispondere per indirizzare in modo meno approssimativo attività capaci di dare soluzione ai nuovi problemi, che il virus ha messo in luce, ed ai vecchi, drammatici problemi che affliggono la nostra scuola. -Il ministero si è preoccupato di interpretare i processi che la chiusura della scuola ha prodotto nei percorsi di crescita intellettuale ed emotiva dei ragazzi? -Di quali strumenti si è dotato per presentarli agli studenti, ai docenti , alle stesse famiglie? - Quali e quanti sono gli studenti che non sono stati raggiunti ,nella fase in cui la relazione educativa si è svolta a distanza? Ovvero ne hanno fruito solo in parte? -Quanti docenti non sono stati in grado di adeguarsi a questa modalità di lavoro? Ricordiamo che l’82% dei docenti italiani si trova nella fascia di età + 45 anni- -Come si pensa di intervenire sugli abbandoni nella secondaria superiore? La frequenza della scuola secondaria superiore, dal primo al quinto anno, ha una inquietante struttura, che si assottiglia verso l’alto, a partire già dal secondo anno. - In quali tipologia di scuole e in quali zone del territorio si presenta il fenomeno delle classi pollaio? -Quale il bilancio degli esami di stato? -Come sarà possibile garantire percorsi inclusivi per studenti che sono stati privati delle necessarie attività di sostegno? Mi fermo qui, ma se non si seguono ragionamenti di questo tipo, le possibili prospettive sembrano essere purtroppo solo queste: riprendere tutto come prima, o quasi, e nello stesso tempo essere pronti a richiudere tutto!!! Vedo con grande preoccupazione la ritualità negli atteggiamenti di tutti, dal ministero al sindacato e mi chiedo: chi, se non il sindacato confederale, dovrebbe farsi promotore di un 'patto per la scuola'? I nostri bambini e ragazzi non meritano, oggi, questo impegno da parte di tutti? | |