La memoria aiuta a prendere le decisioni giuste
di Alberto Galanti---31-03-2020 | |
Bellissima lettera agli amici tedeschi scritta da Carlo Calenda, eurodeputato - Stefano Bonaccini, Governatore dell'Emilia-Romagna - Giovanni Toti, Governatore della Liguria - Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia - Marco Bucci, Sindaco di Genova - Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona - Virginio Merola, Sindaco di Bologna - Giuseppe Sala, Sindaco di Milano - Emilio del Bono, sindaco di Brescia - Sergio Giordani, Sindaco di Padova - Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo - Francesco Italia, Sindaco di Siracusa. Cari amici tedeschi, con il Coronavirus la storia è tornata in Occidente. Dopo trent’anni in cui l’unica cosa rilevante è stata l’economia, oggi la sfida torna ad essere, come in passato, politica, culturale e umana. La prima sfida riguarda l’esistenza stessa dell’Unione Europea. Oggi l’Unione europea non ha i mezzi per reagire alla crisi in modo unitario. E se non dimostrerà di esistere, cesserà di esistere. Per questo 9 stati europei (tra cui Italia, Francia, Spagna e Belgio) hanno proposto l’emissione di Eurobond per far fronte alla crisi. Non si chiede la mutualizzazione dei debiti pubblici pregressi, ma di dotare l’Unione Europea di risorse sufficienti per un grande “rescue plan” europeo, sanitario, economico e sociale, gestito dalle istituzioni europee. L’Olanda capeggia un gruppo di Paesi che si oppone a questa strategia e la Germania sembra volerla seguire. L’Olanda è il Paese che attraverso un regime fiscale “agevolato”, sta sottraendo da anni risorse fiscali da tutti i grandi Paesi Europei. A farne le spese sono i nostri sistemi di welfare e dunque i nostri cittadini più deboli. Quelli che oggi sono più colpiti dalla crisi. L’atteggiamento dell’Olanda è a tutti gli effetti un esempio di mancanza di etica e solidarietà. Solidarietà che molti Paesi europei vi hanno dimostrato dopo la guerra e fino alla riunificazione. Il debito della Germania dopo il 1945, era di 29,7 miliardi di marchi di allora. La Germania non avrebbe mai potuto pagare. Nel 1953 a Londra, ventuno Paesi (tra cui Francia, Italia, Spagna e Belgio) consentirono alla Germania di dimezzare il debito e di dilazionare i pagamenti del debito restante. In questo modo, la Germania poté evitare il default. Di quella decisione dell’Italia, siamo ancora oggi convinti e orgogliosi. Lo ripetiamo: in questo caso, con gli “Eurobond” dedicati al Coronavirus, non si cancelleranno o mutualizzeranno i debiti pregressi. Cari amici tedeschi, la memoria aiuta a prendere le decisioni giuste. Il vostro posto è con i grandi paesi europei. Il vostro posto è con l’Europa delle Istituzioni, dei valori di libertà e solidarietà. Non al seguito di piccoli egoismi nazionali. Dimostriamo insieme che l’Europa è più forte di chi la vuole debole. | |