Senso d'appartenenza
di Carlo Corridoni---29-03-2020 | |
Cari Iscritti a parlare. Non abbiamo dubbi sul perché l'Europa sia desiderabile fra i nostri destini. Sul come desiderarla, però, proprio in occasione degli sconvolgimenti in atto, bisogna pur fare qualche disincantata riflessione. Partirei dalle gaffe delle Signore Lagarde e von der Leyen, che con sicurezza hanno ben manifestato il loro 'ingenuo' senso di appartenenza, scambiandolo per un valore, se quelle uscite già non fossero state ritirale. Tuttavia senza scuse formali. Quindi mi restringo al senso di appartenenza presumibile nei politici europei, che rivela quanto essi siano distanti, anzi divergano, da un corretto sentire. Almeno nello spirito di un'Europa Unita. Ogni politico Europeo recita il ruolo di rappresentante del Paese che l'ha designato. Nei suoi interventi, nelle sue medesime azioni, ciascuno di essi sembra fare gli interessi del suo Stato, della sua Nazione, dei suoi Elettori. Proprio come i rappresentanti della Gran Bretagna sono stati ritirati - apparentemente loro malgrado - nell'interesse della loro Bottega. Chi è dentro è dentro, chi fuori è fuori: ognuno pei fatti suoi! Amiamo discutere sulla qualità dei nostri politici, anche al vertice delle Istituzioni Democratiche, ma qualcuno avverte forse la meridionalità dei Presidenti della Repubblica o del Consiglio dei ministri? Chi potrebbe mai ritenere un valore, per essi, un senso d'appartenenza che non fosse indipendente dalle origini culturali e di nascita? Ecco, quindi, che non solo gli Orban indicano il difetto originale di taluni politici europei, ma un po' tutti i c.d., impropriamente detti, 'rappresentanti'. Lorsignori, come diceva Fortebraccio, avrebbero da capire che i provvedimenti da prendere non hanno niente a che vedere con la beneficente solidarietà verso le vittime della fatalità, ma che tutte le popolazioni hanno accesso ai diritti che l'U.E. dovrebbe garantirgli. Purtroppo, questo discorso andrebbe rivolto anche a certi nostri ondivaghi rappresentanti, che, in quanto a vedute politiche, non concepirebbero mai un'Europa diversa da un énsemble incoerente di Patrie. Ve lo figurate un Garibaldi nizzardo? Un De Gasperi trentino? Un Berlinguer sassarese? Mattarella palermitano? Il senso d'appartenenza non è un fatto di folklore: ha una dimensione insieme storica e programmatica. E adesso, mettiamoci tutti da parte l'ora legale. | |