La cassetta delle idee
di Carlo Mari---19-10-2019 | |
Un incontro/dibattito, quello di lunedì 14 ottobre in Associazione, composto e vivace, intenso e vario, ricco di input aggreganti e di input divergenti (come ha da essere un dibattito democratico fra democratici, in senso generale, non nel senso di PD). Al centro, ovviamente, le dinamiche relazionali fra Partito Democratico, Movimento 5Stelle e Italia Viva. Il soggetto politico calendiano è rimasto un po’ defilato e soffocato; una giusta attenzione anche a quello che si muove a destra/centrodestra. Ma su ogni analisi ha fatto premio la preoccupazione per tutte le fragilità programmatiche; troppi condizionamenti del contingente. Per non parlare delle fragilità, o meglio delle assenze di veri progetti politici di più ampio respiro. E non osiamo parlare di vision che, con i tempi che corrono, è merce rara da trovare, più di un sostenitore di Virginia Raggi! (ah, no, dimenticavo, c’è Zingaretti!). E allora non è casuale che nel dibattito siano emerse pulsioni – e anche proposte esplicite – per provare a buttar giù una sorta di programma della nostra Associazione. Cosa faremmo noi, se fossimo in una maggioranza di governo? Oppure cosa proponiamo noi (i modi possiamo trovarli) alle forze politiche che esercitano un ruolo nella politica attiva del paese? Oppure - più modestamente - cosa ci piacerebbe che facesse un governo? Comunque sia, in preda ad un raptus -- di megalomania?…. di ingenuità?…. di serietà?….. di disperazione? (buona la quarta!) -- ci avventuriamo nel buttar giù un quadro di idee che abbiano un profilo da “programma politico”. Ovviamente poiché in Associazione vale il principio del “noi” e non “dell’io” , e “dell’uno vale uno” (beh anche noi inciuciamo un po’ coi pentastellati!!!!) questo programma proviamo a buttarlo giù collegialmente. Il nome al programma mi permetto di darlo io: “La cassetta delle idee”. Proviamo a riempirla, un po’ alla volta, e in tanti. Si attendono idee e proposte, con una sintetica argomentazione. E alla fine, se si renderà necessario, faremo una operazione di collage e gli daremo un minimo di strutturazione organica. E per muovere subito l’operazione, apro le danze con qualche spunto, su temi rilevantissimi, che mi permetto di toccare solo per alcuni aspetti (del resto, teniamo presente anche il nostro Statuto, molto esplicito sulle linee guida). Non per prenderla da lontano, ma penso che bisognerebbe puntare, quasi a premessa di tutto il programma, su due coordinate. 1) Democrazia rappresentativa. 2) Stato di diritto. Peraltro non due petizioni di principio astratte, perché le implicazioni e conseguenze politiche sono pratiche e rilevanti, non solo sul piano strategico ma anche tattico. Democrazia rappresentativa dunque no a proposte di democrazia diretta, esplicite o subliminali. Per intendersi, ad esempio, il referendum propositivo senza quorum? No. Per essere aperti ad eventuali esigenze di mediazione, si può pensare ad un referendum propositivo ma con un elevato numero di firme di richiesta; e con margini del Parlamento per “lavorare” sui contenuti della proposta popolare. Senza quorum? Mai. Numero dei parlamentari diamo per acquisita ormai la riforma che lo ha tagliato. Ma immediata battaglia per varare misure compensative, che tutelino il principio della rappresentanza. E rilancio almeno di qualche elemento della riforma istituzionale bocciata il 4 dicembre del 2016. Ad esempio, la modifica del bicameralismo perfetto, con trasformazione del Senato in Senato delle Regioni, con competenze diversificate rispetto alla Camera. Stato di diritto Stella polare di ogni politica sulla giustizia e sul rapporto triangolare cittadino/società/Stato: il cittadino - indagato e imputato - è innocente fino a prova contraria. No ad ogni legislazione penale che punti ad una lettura del “cittadino imputato” come colpevole fino a prova contraria. Dunque l’onere della prova resti in capo all’accusa, e non alla difesa. No alla abolizione della prescrizione. No un processo ad un cittadino che duri senza fine, una vita. Salvaguardia di ruolo e funzione delle intercettazioni (telefoniche e ambientali) nelle indagini giudiziarie, ma contrasto inflessibile ad ogni utilizzo improprio delle intercettazioni stesse che violino segreto istruttorio e diritto alla privacy del cittadino, anche se indagato e a maggior ragione se solo casualmente intercettato di rimbalzo alle indagini su terzi che non lo riguardano. Sanzioni durissime, anche professionali (destituzione dai ruoli), laddove le violazioni attengano a magistrati, forze dell’ordine, operatori della informazione. Scuola Priorità assoluta programmatica e finanziaria al settore istruzione/formazione. Ovviamente quello della scuola e della formazione è campo molto ampio, con implicazioni infinite: da quelle organizzativo/gestionali a quelle amministrative; da quelle pedagogiche a quelle metodologico-didattiche, a quelle culturali e curricolari. Quindi ci si rimette a proposte ulteriori dei soci su singoli aspetti, strutturali e non. Io qui pongo – per aprire uno spazio - un paio di punti chiave, a mio avviso strategici. Il percorso formativo dell’individuo va assolutamente considerato da 0 a 18 anni. Quindi investimento come priorità sulla disponibilità di asili gratuiti per tutti i bambini. E a maggior ragione di scuola materna per tutti. Da aggiungere che questa operazione non va vista solo in un’ottica di welfare assistenziale (cioè asili e materna come parcheggio), ma di welfare per la persona, cioè come diritto dell’individuo di accedere ad un percorso di formazione/istruzione/socializzazione integrale, appunto sin dall’inizio della propria esistenza. Conseguentemente programmazione e attivazione di adeguati percorsi di formazione professionale per gli operatori del settore. Fuori discussione che questo ci debba essere per gli insegnanti della scuola della infanzia; ma anche gli assistenti di asilo vanno interpretati in un’ottica professionale di addetti alla formazione del bambino, e non solo alla custodia. La professione dell’operatore scolastico di qualunque ordine e grado come professione di formazione e non di cura. Sul medesimo terreno, intervento deciso sul percorso di accesso alla professione docente per ogni ordine e grado. Titoli specifici e percorso di formazione in ingresso, comprensivo di prove concorsuali e di tirocinio formativo: condizione per accedere ai ruoli di operatore della istruzione/formazione. Formare e preparare in ingresso personale adeguato a questa professione - da seguire poi anche con periodici interventi di formazione in itinere - è investimento che apparentemente compare nella sola colonna delle spese, ma che invece garantisce un rientro profondo, di sistema (di cittadinanza ed economico): per livello e profilo delle conoscenze e competenze di uscita dei giovani; per i giovani che completano il proprio itinerario di studi; e per ridurre le fuoriuscite dal sistema formativo con dispersione scolastica esplicita, ma anche implicita. Ecco, ho provato ad avviare questo lavoro, ad aprire la cassetta. Democrazia, Stato di diritto e Giustizia, Scuola: tre temi su cui ovviamente tanto ancora si può dire. E poi Europa e politica internazionale, lavoro, diritti (politici e civili), autonomie, sanità, politiche economiche e politiche industriali, ambiente, sistema fiscale, sicurezza, mobilità, innovazione tecnologica, immigrazione, politiche della cultura, sport; e qualunque altro tema si voglia mettere a fuoco. La parola a tutti i soci. Restiamo in attesa, in osservazione, e pronti a ricavarne una sintesi. Un programma. O meglio….una cassetta di idee! | |