Coi nemici non si governa.
di Carlo Corridoni---06-09-2019 | |
A leggere La Repubblica di oggi, questa frase l'avrebbe pronunciata Nicola Zingaretti, argomentando l'evoluzione delle sue ultime posizioni. A dire il vero, coi nemici non si fa nemmeno l'opposizione, che sarebbe riservata agli avversari! Ma neanche si governa con gli amici, con gli amici degli amici e via di seguito. Il termine 'amico' - e il suo opposto 'nemico' - sono estranei alla democrazia e, nelle accezioni della lotta politica, mutuano quel concetto/sentimento di odio/amore che ci ha ossessionato e continua a toglierci lucidità nei ragionamenti e nei confronti di opinioni. Voleva dire, Zingaretti, che si aprirebbe una fase collaborativa fra il PD e chi, dal suo interno e dall'esterno, ha compromesso l'unità politica della sinistra? Allora, questa accezione è ormai alla prova dei fatti: se questa coalizione non riuscirà a governare, vuol dire che la fase cooperativa non è ancora matura. Io, con umiltà e realismo, ricordo l'adagio 'A mali estremi estremi rimedi', il quale si complementa - nel gramsciano pessimismo dell'intelligenza - coi malaugurati 'Rimedi peggiori dei mali'. Ricordo con sgomento i festeggiamenti che a Pomezia, un mese fa, riservarono a Salvini: amplificati dalle reti nazionali, con l'apoteosi nel turbinio delle luci blu, del 'mio pensiero è chiuso in me', 'il nome mio ciascun saprà' e 'all'alba vincerò! vincerò! vinceerò!' e pensai subito che si trattasse d'una prova generale. E dopo pochi giorni venne la richiesta dei pieni poteri ... Queste cose erano state già viste e riviste, prima nei documentari dell'Istituto LUCE, e poi in centinaia di ricostruzioni, di film, ed eccole vere e ancor più verosimili a quelle del passato. Dopo le approvazioni supine dei due decreti sicurezza, dopo le dichiarazioni d'una donna politica di finta opposizione che arresterebbe gli equipaggi e affonderebbe, affonderebbe!, le navi ... Insomma, se un animale abbaia come un cane, morde come un cane, beve come un cane, scodinzola come un cane, sarebbe un grave errore, in prima approssimazione, chiamarlo 'cane'? Si è ritenuto imminente un rischio incalcolabile, verso un male estremo, ed ecco quindi il rimedio estremo: una coalizione politica eterogenea, che impegna tutti i partecipanti non ad essere amici o non nemici, ma a scongiurare insieme il peggior danno per tutto il Paese: cioè l'assunzione di un'identità impropria, irrispettosa dei poteri costituiti, demagogica. Con fattori di scala diversi dal nazionale, o presidenziale, i coalizzati continueranno a confrontarsi fra loro su altre realtà politiche: regionali, provinciali e comunali. Lo faranno con lo stesso senso di responsabilità? Con le stesse finalità? Col medesimo atteggiamento cooperativo? Io non lo so e nemmeno sono sicuro di augurarmelo: la maggiore autonomia delle regioni più ricche gioverà a quelle più povere? E Roma? Come la mettiamo con l'amministrazione di Roma, con le condizioni di vita in una capitale che peggiora di giorno in giorno? Che gliene importa all'Europa della nostra Graande Bellezza, che zoppica su colposi-dolosi-incredibili guasti alle metropolitane, scale mobili ed ascensori, ascensori!, compresi? E ai nuovi pervenuti quali immagini del Paese reale, locale arriveranno? | |