L'italiano e il voto
di Rosy Ciardullo---03-06-2019 | |
L'italiano è un elettore responsabile? Oppure ha un'individualità incorreggibile che lo spinge a far parte di congreghe, camorre, mafie, cricche locali e nazionali legate ad esponenti che contano? Questo interrogativo non è nuovo, se lo era già posto Gramsci. Oppure è sempre pronto a identificarsi con personalità roboanti di scarsi contenuti politici ma molto apprezzabili sotto il profilo della convenienza personale? Placido Rizzotto, siciliano, sindacalista ucciso dalla mafia nel 1948, aveva coniato una definizione ancora attuale quando disse “il popolo è foglia al vento”, una dizione riportata nel film a lui dedicato del regista Pasquale Scimeca. Lo affermò in un periodo tremendo in cui la lotta contro la mafia e le classi dirigenti reazionarie era molto accesa nell'isola. Col suo impegno guadagnò molti consensi tra la gente ma appena la Democrazia Cristiana si presentò con pacchetti di pasta e zucchero , lo lasciò solo. E morì. Sembra oggi. Molti politici rastrellano consensi promettendo l'inverosimile, e sono in molti a non preoccuparsi se quelle promesse potranno veramente essere realizzate. Rimane ancora incomprensibile come , nel ventennio berlusconiano, milioni di voti siano transitati da una sponda all'altra, in assenza di obiettivi credibili. Ed è difficile trovare un paese occidentale che disponendo di libere elezioni democratiche possa ripetere, alle urne, la stessa scelta per venti lunghi anni, senza optare mai per l'alternanza. Il Cavaliere (ancora non in disparte) non si è neanche preoccupato di lasciare in eredità una classe dirigente politica moderata di destra, che avrebbe potuto probabilmente fare da argine al dilagare dei populismi nostrani. Se questo fosse successo, forse si sarebbe potuta evitare l'affermazione dei 5 Stelle che hanno disgregato la cultura politica e distrutto le convenzionalità ed il rispetto tra istituzioni e cittadini. Nella crisi, riemerge la vocazione storica, poco laica, dell'Italia. Il vizio antico di un Paese in cui la Chiesa e il conformismo culturale delle classi dirigenti reazionarie hanno sempre frenato l'indagine critica degli avvenimenti. Insieme hanno dominato imponendo l'abiura della conoscenza e della scienza, una pratica che non ha permesso lo sviluppo di una coscienza critica moderna e che, anzi, ha determinato l'addomesticamento e l'acquietamento dell'animo in cambio di pochi favori o soldi. Molto di questa subcultura è ancora in auge nel nostro paese. Solo la laicità, espressione e base per la libera scelta soggettiva, è stata un'espressione di conoscenza e di affermazione del libero pensiero, che ha permesso di strutturare la coscienza dell'uomo moderno e la sua personalità. In Italia e altrove, la globalizzazione e il damping sociale hanno scosso alle radici il mondo del lavoro e distrutto la sinistra, impreparata a far fronte a tali processi, mentre l'introduzione delle nuove tecnologie ha prodotto il digital divide . Due velocità diverse di partecipazione, crescita e comprensione dei fenomeni che ha creato distanze sempre maggiori tra la popolazione. E una lontananza, reale o così percepita, dai luoghi abitati dalle famigerate élites considerate come il nemico da abbattere. Da quì una conseguente differenza di scelte elettorali tra Capitali e città, tra provincia e campagna, tra periferie e centro. Il leit- motif , secondo il quale dobbiamo essere presenti nelle periferie (e nei paesi dell'entroterra) è solo uno slogan che amiamo raccontare dopo le sconfitte. Si può anche andare nelle periferie e nei paesi rurali ma a dire e a promettere cosa? La popolazione vuole un futuro e la tutela della vita da parte dello Stato. E quindi i fatti, la manifestazione di un reale interesse per il territorio. Qualcosa che , una volta realizzato, possa restituire orgoglio e dignità e il senso di appartenenza alla comunità. Da qui credo, si potrà riavviare quella connessione sentimentale interrotta da tempo e la partecipazione alla vita civile e democratica del luogo in cui la gente vive. Ovviamente per la cura dei giardinetti e la sistemazione del tetto delle case popolari che, quando piove, grondano acqua all'interno , sono necessari finanziamenti (magari quelli mai spesi della UE) e impegno, e l'onestà di non dimenticare quello che si è promesso. Chi l'ha fatto è risultato credibile e serio. Ed è stato eletto oppure rieletto. Attualmente, l'offerta politica vale molto e con essa la personalità e il carisma del leader. In Italia, i sindaci che si sono affermati nell'ultima tornata elettorale del 26 maggio, come Decaro, Gianmarco Negri (primo transgender), Nardella, Gori, sono tutti leader che si sono affacciati tra la gente, sui social media e in televisione, con una visione, una prospettiva e programmi realizzabili oppure possibili. Renzi, da parte sua, ha rivendicato l'esperienza e la capacità di governo acquisita dai sindaci sul territorio che considera un patrimonio prezioso di competenze spendibili anche in altri ambiti della politica. E dal momento che la sua stoffa di leader non mente, ha fatto bene a ricordare a tutti i dubbiosi che se avessimo accettato di governare con i 5s, il PD si sarebbe sfaldato definitivamente. | |