Io mi ricordo
di Carlo Corridoni---06-03-2019 | |
Non so valutare quanto il nuovo Titolo V della Costituzione abbia giovato alla crescita, sia pure ineguale, del Paese ma posso congetturare quanto poco abbia contribuito a mettere tutte le Regioni nelle medesime condizioni di sviluppo civile, economico e sociale. E poi: qual è il significato di 'autonomia differenziata'? Se qualunque apposizione ad un termine ne circoscrive e condiziona il significato, qui 'differenziata' lo contraddice del tutto. l'Autonomia, sia pure in un dato campo, o c'è o non c'è. Qui 'differenziata' sta per 'chi più chi meno' e vuol dire tutto, dal'tu sì tu no' al 'no, tu no'. Cioè non vuole dire niente. Mi ricordo come la Legislatura che si concluse con la riformulazione del Titolo V della Costituzione cominciò - agli esordi del primo governo Prodi - con la Legge 15 marzo 1997 sul Decentramento amministrativo. Quella normativa iniziale accoglieva istanze provenienti anche dalla Lega Nord, che aveva abbandonato l'estremismo secessionista approdando ad una sorta di contraddittorio federalismo. La Lega si era allontanata temporaneamente dalla coalizione con Forza Italia e non oppose, quindi, alcuna effettiva resistenza. All'epoca, presso il Ministero dell'Istruzione, mi occupavo di aggiornamento del personale docente della scuola e mi ricordo come il primo effetto della c.d. 'Bassanini' fosse l'interdizione dei Piani Nazionali di aggiornamento, perché la materia era decentrata ed entrava nelle competenze regionali. Non erano ancora state individuate le strutture regionali deputate alle nuove incombenze, tanto che talune dovettero inventarsele; fatto sta che - bene o male - io cambiai subito attività e di aggiornamento professionale non intesi più parlare, del resto, come tanti altri insegnanti che pure lo richiedevano. Solo i Piani finanziati dal Fondo Sociale Europeo supplirono alle finalità dell'aggiornamento con più ampio respiro e sostanziale progettualità. A tutt'oggi, sostanzialmente, sia pure con organismi strutturati localmente, il processo d'aggiornamento professionale dei docenti non è omogeneo e nemmeno, caso per caso, i casi sono paragonabili. Le norme in fatto di Istruzione e di Formazione costituiscono materia concorrente, sicché forme sia pure contraddittorie di 'autonomia differenziata' sembrerebbero depotenziate all'origine ma non è così. Infatti, laddove s'intersecano Istruzione e Formazione professionale, si individuano spazi d'ingerenza dai quali si genera un contenzioso inestricabile, indecidibile che resta pertanto indeciso. E il diritto all'Istruzione dei cittadini, come verrebbe tutelato? Per esempio, nelle Provincie autonome del Trentino non esistono più Istituti Professionali di Stato: per la professionalità lavorativa basterebbe la pur eccellente Formazione Professionale locale, Provinciale o che altro. E l'aspetto di per sé culturale della professionalità, a quale soggetto istruttivo viene affidato? Le Conferenze Stato-Regioni, le Tecnostrutture eccetera, deputate alla realizzazione di equilibri ed organiche alle pattuizioni, sono in realtà luoghi in cui si esercitano rapporti di forza e dove, di regola, il più debole - la Regione più debole - soccombe. Io mi ricordo come nel Referendum del 2016, sulla modificazione della Costituzione, ampie parti di questa materia venissero rideterminate. | |