Venghino, venghino siore e siori . . .
di Alberto Galanti---28-01-2019 | |
Ma chi me lo fa fare? Mi sono chiesto, prima di scrivere questo intervento. Poi l’ho fatto. Per me. Vi ricordate gli spettacoli nel circo? Non bisogna essere Fellini per ricordarli con un senso di profonda nostalgia. No, non per il circo, ma per la nostra ingenua meraviglia di bambini, seduti sotto quell’enorme tendone che guardavamo montare nei giorni precedenti, quando mamma ci portava (trascinava) a scuola. Chi aspettavamo con occhi sgranati, bocca e naso appiccicosi per lo zucchero filato? Pagliacci e trapezisti certo, ma soprattutto le tigri o i leoni. Uscivano da un corridoio ingabbiato, montato pochi minuti prima da veloci inservienti, ruggendo e trotterellando in cerchio intorno al domatore in divisa rossa o blu, con alamari e bottoni d’oro o d’argento. La frusta lunga e lucente schioccava forte e le belve obbedienti arrestavano la loro corsa per montare e restare ciascuna su un piedistallo a tronco di cono con decorazioni multicolori. Tenendosi in equilibrio sulle zampe posteriori, ruggivano a comando assumendo la posa rampante. Alla fine del numero gli applausi scroscianti erano tutti per il domatore che ringraziava con un inchino e rispediva in gabbia le povere bestie. Immaginate il popolo italiano seduto sulle gradinate del Circo “Mediatico”. Il domatore Salvini (stavolta la divisa che indossa è proprio la sua) fa uscire dalla gabbia (dell’ideologia) i leoni feroci dell’opposizione. Cominciano a trotterellare intorno a lui e poi, al suo comando, salgono sui piedistalli a ruggire forsennatamente. E’ il domatore che ha preparato i piedistalli, decorandoli di rosso e appendendoci i cartelli che lui ha scelto: su uno c’è scritto “Diciotti”, su un altro “Sea-Watch”, sul’ultimo “Castelnuovo di Porto”. Il pubblico è in visibilio e si spella le mani. Il domatore tronfio ringrazia e le belve rientrano in gabbia a riposare per essere in forma il giorno successivo quando ripeteranno lo stesso identico numero. E’ chiaro che le belve dell’opposizione ruggirebbero molto volentieri su dei piedistalli con scritte diverse, ma è la gabbia dell’ideologia a impedirgli di uscire e di prepararsi da soli una scena differente. Poi, detto fra noi, che escono a fare? Litigherebbero subito sui cartelli da appendere senza mai raggiungere un accordo e finirebbero per ritornare, con la coda dritta e lo sguardo fiero, nella loro rassicurante gabbia. | |