Se vuoi andare veloce vai solo, ma se vuoi andare lontano vai insieme…
di Sergio Poli---05-10-2018 | |
Ho scritto un articolo per il giornale della mia parrocchia. Ritengo possa costituire uno stimolo anche al nostro dibattito Tra le parole chiave, a cui dà campo e prospettiva l’intervista a Papa Francesco sul Sole 24 Ore del 6/9/2018, mi soffermo su due nuclei tematici: Sviluppo integrale della persona/Economia e Migrazioni, che si accompagnano alla consapevolezza delle scelte radicali posto che, nella piena coscienza di un'origine comune e di un futuro da costruire insieme, la promozione integrale di ciascuna persona, di ogni comunità umana e di tutti gli uomini, è l’orizzonte ultimo di quel bene comune che la Chiesa si propone di realizzare quale “sacramento universale di salvezza”. Sviluppo integrale della persona/Economia Il bene comune richiede, esige che la politica e l’economia, si pongano decisamente al servizio della vita, specialmente della vita umana. È in gioco l’autentico benessere della maggior parte degli uomini e delle donne del nostro pianeta, i quali rischiano di essere confinati in modo crescente sempre più ai margini, se non di essere “esclusi e scartati” dal progresso e dal benessere reali. É perciò giunta l’ora di dar seguito ad una ripresa di ciò che è autenticamente umano, di allargare gli orizzonti della mente e del cuore, per riconoscere con lealtà ciò che proviene dalle esigenze della verità e del bene, senza di cui ogni sistema sociale, politico ed economico è destinato alla lunga al fallimento ed all’implosione. Per questo anche l’economia, come ogni altro ambito umano, ha bisogno dell'etica per il suo corretto funzionamento; non di un'etica qualsiasi, bensì di un'etica amica della persona. Il benessere va perciò valutato con criteri ben più ampi della produzione interna lorda di un Paese (PIL), tenendo invece conto anche di altri parametri, quali ad esempio la sicurezza, la salute, la crescita del “capitale umano”, la qualità della vita sociale e del lavoro. L’intento speculativo, specie in ambito economico-finanziario, rischia oggi di soppiantare tutti gli altri principali intenti che sostanziano l’umana dignità. Questo fatto sta usurando l’immenso patrimonio di valori che fonda la nostra società civile come luogo di pacifica convivenza, di incontro, di solidarietà, di rigenerante reciprocità e di responsabilità in vista del bene comune. Lo sviluppo integrale della persona implica una qualità del lavoro in grado di perseguire la partecipazione e la distribuzione della ricchezza prodotta, l'inserimento strutturale dell'azienda nel territorio - nella consapevolezza che l'uomo è la risorsa più importante di ogni azienda -, la responsabilità sociale, il welfare aziendale, la parità di trattamento salariale tra uomo e donna, la coniugazione tra tempi di lavoro e tempo libero, il rispetto dell'ambiente, il riconoscimento del giusto salario, atteso peraltro che i sussidi non correlati al lavoro creano dipendenza e deresponsabilizzazione. Migrazioni Tra gli “scartati” della Terra ci sono i migranti che si spostano da un continente all'altro in fuga dalle guerre o in cerca di condizioni per vivere o sopravvivere. In un periodo storico, che vede le frontiere - anche quelle commerciali - chiudersi e prevalere i nazionalismi in un'Europa stanca e divisa, come avviare processi di crescita, di sviluppo, di coesione sociale, di inclusione? Almeno due le indicazioni concrete su cui siamo chiamati a riflettere. La prima è esplicitata in un accorato appello affinché per le persone che fuggono dalla miseria e dalla fame, molti imprenditori e altrettante istituzioni europee, a cui non mancano genialità e coraggio, intraprendano nei loro paesi percorsi di investimento in formazione e lavoro. L’investimento sul lavoro comporta l'acquisizione di competenze e l'avvio di uno sviluppo che possa diventare “bene comune” per i paesi ancora oggi poveri consegnando alle persone un senso di futuro e al loro paese la capacità di tessere legami sociali positivi in grado di costruire società giuste e democratiche. La seconda richiama e propone le quattro pietre miliari che danno prospettiva ad una effettiva inclusione umana, civile, sociale: accogliere > proteggere > promuovere > integrare. E’ appena il caso di sottolineare che l’elusione anche parziale della sequenza indicata, rappresenta un apporto alla costruzione di una cinica globalizzazione dell’indifferenza. Credo che le riflessioni del Papa intendano sollecitare la trasformazione della qualità delle relazioni interpersonali e sociali ed incrocino lo sforzo in atto anche nel nostro Paese di coloro che intendono riconfigurare lo spazio politico in cui operano i diversi soggetti sociali ed economici. Molti pensano sia auspicabile invertire il processo di globalizzazione, iniziare guerre commerciali, forzare i bilanci; altri pensano a politiche capaci di aiutare le persone danneggiate dalla globalizzazione e reintrodurle nello spazio politico. Al riguardo, non abbiamo politiche già pronte, le dobbiamo costruire ed in questo progetto di rinnovamento, le parole del Santo Padre sono luce ai nostri passi. Sergio Poli | |