Mamma, com’è che in questa scuola c’è anche l’ospedale?
di Lucia Fattori---16-07-2018 | |
Una vera e propria pioggia di ricordi e commozione sta inondando i media per commentare la morte di Franco Mandelli, il padre dell'ematologia italiana. Sono moltissime le persone che postano un proprio ricordo, ringraziandolo per le sue capacità scientifiche ma anche umane. Io vorrei ricordarlo come uno dei pionieri della scuola in ospedale, in cui lui credeva fortemente come parte integrante del programma terapeutico. Ricordo ancora con emozione quando nel 1990 ci incontrammo per concordare i primi passi per l’istituzione di una sezione di scuola media pressa la sua clinica. Ricordo anche le prime reazioni alla notizia: i bambini “ma come, anche qui?”, i genitori: “non ci sembra il momento”, il personale sanitario: “aspettate fuori”. Stavo per tirarmi indietro, molto turbata, ma lui allora mi accompagnò nel primo giro e l’atteggiamento cominciò a cambiare. Ricordo la scuola che parte in punta in piedi nei reparti e poi vola e diventa un’eccellenza, allargandosi anche ad altre cliniche ed ospedali. Chiudo con la battuta di una ragazzina, ricoverata da tempo, che ci scaldó il cuore: “mamma, ma com’è che in questa scuola c’è anche l’ospedale?“. Commento di Paola Carra a nome dei docenti della scuola in ospedale della Clinica ematologica: “La morte del prof. Mandelli è un gran dolore. Quest'uomo è stato un grande nella lotta contro le leucemie ed ha sempre creduto nel valore terapeutico della nostra Scuola in Ospedale che ha difeso in ogni momento. Grazie Prof. Continui a sostenerci anche da lì'. La storia della scuola all'interno della clinica ematologica del Policlinico Umberto I diretta dal prof. Mandelli. | |