Euroscetticismo della ragione, europeismo della volontà
di Alberto Galanti---24-06-2018
Le statistiche parlano chiaro: il destino del Pianeta sarà determinato da ciò che accadrà in Africa nei prossimi decenni e il futuro dell’Africa non può essere affidato solo ai governi africani. I paesi avanzati e, in primo luogo l’Europa, devono mettere in campo il loro potenziale finanziario, produttivo, tecnologico e sociale a sostegno dello sviluppo dell’Africa per la stabilità, la sicurezza e la prosperità di quel continente, del Mediterraneo e dell’Europa sempre più legati da un destino comune.
Nessuno quindi si illuda che la soluzione del fenomeno migratorio dipenda dai proclami di un ministro “bauscia” di un singolo paese con 7458 chilometri di costa bagnata dal mar Mediterraneo.

Detto questo, abbiamo anche la necessità di affrontare i problemi attuali collocandoli in una dimensione europea, con l’euroscetticismo della ragione e l’europeismo della volontà.

In un articolo sul Corriere della Sera di oggi Piero Fassino, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera e presidente del CeSPI, con la sua storica competenza in politica internazionale, riconosciuta in Italia e all’estero, formula una organica e qualificata proposta al Governo perché la sostenga a partire dal Consiglio Europeo del prossimo 28 giugno.
La proposta parte da questa premessa:
L’Europa con il Migration compact e il piano di redistribuzione dei migranti su tutto il territorio dell’Unione ha riconosciuto formalmente che i migranti sbarcano in Italia ma hanno per meta l’Europa. Tuttavia i programmi di ricollocazione sono stati ampiamente disattesi per il prevalere di egoismi, pregiudizi, interessi elettorali. Macron, Junker e Merkel lo hanno riconosciuto ma non basta.
La proposta è la seguente:
L’Unione europea deve fare quello che i singoli stati membri non vogliono o non sono in grado di fare e, riconosciuta questa assoluta necessità, devono esserle conferiti gli ambiti di sovranità necessari a realizzare una NUOVA POLITICA MIGRATORIA EUROPEA basata sui seguenti punti:

# Revisione del regolamento di Dublino: superare la norma che fa carico al paese di primo approdo di gestire i migranti;
# gestione comune delle frontiere esterne con un rafforzamento di Frontex e delle sue funzioni;
# varo del Diritto di asilo europeo, superando le disomogeneità delle normative nazionali;
# superamento dell’asimmetria contributiva che dà alla Turchia 6 miliardi di Euro e ai paesi Africani alcune centinaia di milioni per contenere i flussi sulla rotta mediterranea;
# raggiungimento di accordi bilaterali tra UE e singoli paesi di origine:
     ° per dimensionare i flussi in base alla capacità di accoglienza dei diversi paesi europei;
     ° sottrarre i migranti ai trafficanti;
     ° aprire in loco centri di accoglienza gestiti con il concorso di UNHCR e UE;
# estendere l’esperienza dei “Corridoi umanitari” per quanti fuggono da zone di conflitto;
# sollecitare ogni paese europeo a promuovere programmi di affidi familiari a minori non accompagnati e ad estendere l’esperienza italiana di “tutor volontari”.


Ovviamente Piero Fassino non dice nell’articolo che allego, e fa bene a non farlo, in che modo reagire se in Europa continueranno a prevalere chiusure e veti incrociati. Tuttavia una reazione adeguata si renderà necessaria altrimenti la nostra credibilità verrebbe meno con conseguenze gravissime sul piano interno e internazionale.


Gran parte di questo intervento è una fedele riformulazione dell'articolo allegato


Fassino_Corriere_24_06_18.pdf