L’ATAC è decotta. Il Tribunale Fallimentare e la Procura di Roma giudicano inconsistenti i piani economici presentati dall’Azienda. Ciò nonostante la sindaca Raggi le ha prorogato l’affidamento della gestione del servizio di trasporto dal 9 dicembre 2019 al 3 gennaio 2021. I promotori del Referendum “Mobilitiamo Roma” che dovrebbe (il condizionale purtroppo è d’obbligo) tenersi il 3 giugno 2018 hanno deciso di impugnare innanzi al TAR la delibera di proroga (video).
Perché non siamo sicuri della data? Perché in concomitanza delle elezioni per i consigli municipali III e VIII, fissata per il 10 giugno, le date dei referendum possono subire delle variazioni. Ci può essere una tardiva conferma della data che di fatto condizionerebbe l’avvio della campagna referendaria e renderebbe ancora più difficile il raggiungimento del quorum (pari a un terzo degli aventi diritto al voto), o ci può essere un rinvio in autunno: è la sindaca Raggi a decidere, con tempi non determinati, sulla base di regole antecedenti il 2010 (scritte prima di Roma capitale). La Raggi si guarda bene dall’annunciare la data definitiva. Quasi tutto il personale ATAC l’ha sostenuta elettoralmente con la motivazione che i Grillini della prima ora chiamerebbero “voto di scambio” mentre quelli di adesso stanno affannosamente cercando nel vocabolario qualcosa di neutro. Del resto ricordiamo tutti gli autobus con la scritta “Welcome Raggi” al posto del numero di linea. Il fatto che molti dipendenti ATAC, a tutti i livelli, vogliano il fallimento del referendum, dopo aver concorso al fallimento dell’azienda, è comprensibile. Basta leggere i due questiti a cui i romani saranno chiamati a rispondere:
1° QUESITO
“volete voi che Roma capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e su rotaia mediante gare pubbliche, anche a una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e la ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio”?
2° QUESITO
“Volete voi che Roma capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?
Il problema è che a causa di questo atteggiamento della sindaca, mancano tutte le cose che un’amministrazione seria dovrebbe fare:
- informare i cittadini, regolare l’accesso dei comitati a radio e TV pubbliche e private;
- fornire un opuscolo informativo con i quesiti
- organizzare i seggi elettorali sul territorio in modo da favorire l’affluenza al voto.
Nel frattempo la nostra associazione recuperi e faccia recuperare in fretta il deficit di informazione che riscontriamo su questo argomento. Nel sito a breve sarà creato uno spazio dove mettere tutto quello che serve per farci un'idea più precisa dello stato a cui è giunto a Roma il Servizio di Trasporto Pubblico Locale.
A quelli che parlano di recuperare un rapporto con le periferie e poi organizzano referendum tra gli iscritti per perdere tempo ed evitare di pronunciarsi, ricordo che nelle periferie a volte saltano le corse o i tempi di attesa alla fermata sono insopportabilmente lunghi. Quando poi, dopo un'ora, capita anche di vedere arrivare due autobus della stessa linea insieme, la rabbia diventa pericolosa. Diamoci da fare. Qualcuno sta scherzando col fuoco.