Il ritorno del buon risultato, il nervosismo della destra
26-06-2024
A qualche giorno dal voto, Elly Schlein è soddisfatta per l’esito elettorale e compiaciuta per aver battuto lo sconfittismo della sinistra, Giorgia Meloni è nervosa e lo mostra in video senza contraddittorio, nella sua solita postura identitaria. Una modalità che ci racconta che è Presidente del Consiglio non di tutti.
Due fatti hanno determinato il cambio di umore delle due leader.
Il risultato del voto amministrativo (17 comuni alla sinistra e 10 alla destra, 2 i civici), e le nomine in Europa.
Nel Paese è stata premiata la linea unitaria e la politica delle alleanze di Schlein (a cui non si sottrae più neanche Conte). Con due novità: due candidate donne di alto profilo, Sara Funaro a Firenze e Vittoria Ferdinandi a Perugia e una vittoria bulgara a Bari con Vito Leccese, a Potenza con Vincenzo Telesca, a Firenze sempre con Sara Funaro, ribaltando pronostici non scontati.
Il battesimo del fuoco a cui è stata sottoposta la segretaria dem è risultato immotivato, dall’interno del partito e fuori da parte della maggioranza. E’stato sufficiente che si assumesse la responsabilità di condurre i partiti dell’opposizione sulla strada delle alleanze e un programma politico serio ispirato alla battaglia sui diritti socio-economici (sanità e lavoro) e quelli della persona , e la campagna contro l’Autonomia Differenziata voluta dalla Lega e assunta da tutta la maggioranza, per capovolgere le sorti del consenso.

L’altro motivo di delusione da parte della premier, è che in Europa, i sei negoziatori delle candidature apicali, facenti parte delle famiglie europee dei socialisti (Olaf Scholz e Pedro Sanchez), dei liberali (Emmanuel Macron e Mark Rutte) e del Ppe (Donald Tusk e Kyriakos Mitsotaki) hanno proceduto all’attribuzione degli incarichi senza averla coinvolta. Con l’indicazione che anche la nomina del futuro Commissario che sarà designato da Roma, dovrà essere soltanto un rappresentante del Governo italiano e non il leader dei Conservatori (Ecr). Non era quello che Meloni si aspettava, ma è la conferma ufficiale della sua esclusione in Europa. Naturalmente, tutto lascia prevedere che nelle dinamiche future, la premier farà pesare di misura i voti di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo.
Gli incarichi attribuiti confermano il trittico composto da Ursula von der Leyen, come Presidente della Commissione al suo secondo mandato, il portoghese socialista Antonio Costa, Presidente del Consiglio europeo in carica almeno per due anni e mezzo, e Kaja Kallas estone, come Alto Rappresentante per la politica estera della Ue. L’olandese Mark Rutte è stato confermato come Segretario della Nato dall’Alleanza Atlantica.

Tali eventi hanno riportato nel dibattito politico l’inconsistenza delle politiche economiche della maggioranza e il ruolo illusorio che la premier italiana pensava di svolgere in Europa. La speranza è che la nomina del Commissario italiano (magari con deleghe in materia economica?) possa aiutare le sorti dell’Italia in materia di PNRR, per mediare sull’enorme debito di circa 3000 miliardi e sugli effetti del patto di stabilità firmato in sordina.