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Il giardino dei ricordi (ai miei genitori)
di Daniela Solarino
Cerco ancora qualcosa di voi
negli assolati meriggi siciliani,
nelle sere azzurrate d’estate,
nelle notti ebbre di gelsomino,
nell’incanto dei pleniluni,
nel pulsare di una stella.

Perdonatemi… perdonatemi
se alla mestizia dell’ultima dimora,
se alla muta pace della tomba
preferisco il sussurro dei luoghi
che mi parlano di voi,
dove il pallore dell’assenza
inciso sul marmo
sveste il suo volto più crudo
e indossa il manto della nostalgia,
dove si aprono lucidi varchi nella memoria
quando un frammento del vostro vissuto
palpita tra le pareti
e d’un tratto si svela ai sensi
come una carezza.

Una pagina esce dal libro del passato,
brilla come una lucciola nel buio,
mi parla… anch’io le parlo…
e nel nostro dialogare
lei conforta il mio cuore commosso
con la promessa di un arrivederci.


Note
Ho scritto questi versi l’estate scorsa. La casa di Modica - un’antica villa circondata dagli alberi, in una zona ormai urbanizzata ma un tempo di aperta campagna - riaccende il senso delle mie radici affettive, siciliane e familiari. Qui il ricordo dei miei genitori e dei momenti trascorsi con loro in estate affiora e si fa vivo, colorandosi di una nostalgia “dolce”, svestita da toni cupi di mestizia.