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Non mi vestite di nero
di Adriana Zarri
Non mi vestite di nero:
è triste e funebre.
Non mi vestite di bianco:
è superbo e retorico.
Vestitemi
a fiori gialli e rossi
e con ali di uccelli.
E tu, Signore, guarda le mie mani.
Forse c’è una corona.
Forse
ci hanno messo una croce.
Hanno sbagliato.
In mano ho foglie verdi
e sulla croce,
la tua resurrezione.
E, sulla tomba,
non mi mettete marmo freddo
con sopra le solite bugie
che consolano i vivi.
Lasciate solo la terra
che scriva, a primavera,
un’epigrafe d’erba.
E dirà
che ho vissuto,
che attendo.
E scriverà il mio nome e il tuo,
uniti come due bocche di papaveri.
Note
Colpita dal gravissimo lutto per la scomparsa della sorella, in suo ricordo Raffaella Cammarano ha voluto che venisse inserita, in questa pagina, la poesia che concludeva il libro pubblicato da Adriana Zarri nel 1978: Erba della mia erba.

 

Questi versi di Adriana Zarri sono stati inseriti da Raffaella Cammarano il 20-11-2025