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Mare della mia Sicilia
di Daniela Solarino
Si spalanca sul mare la baia
con la lunga distesa di sabbia.
Un tappeto dorato
d’impalpabile, morbida polvere,
grandi dune evocanti
le vicine atmosfere africane.

Agli estremi,
da un lato le piccole case del borgo,
all’opposto la breve scogliera,
i resti del vecchio edificio e la sua ciminiera,
la sagoma strana ormai divenuta
un’amica presenza ch’è parte del posto,
quasi un simbolo, caro alla gente.

Lentamente la spiaggia si sfolla,
spira un soffio di brezza,
accarezza la pelle accaldata.
Sulla massa turchina
sfarfallano a pelo dell’acqua
riflessi di luce,
all’orecchio giunge l’eco indistinta
di voci lontane
e il respiro del mare.

Il pensiero si scioglie
danzando nel tempo,
va a sfogliare ricordi recenti e remoti,
poi ritorna al presente,
si affaccia dubbioso al domani,
si dilata e si perde
nell’abbraccio dell’onda,
cullato dal ritmo della risacca.

Note
Ho scritto questi versi molti anni fa. Me li ha ispirati il mare di Sampieri, una località che pure nella progressiva estensione turistica non ha perduto la fisionomia di piccolo borgo, con il nucleo originario di vicoli e case attorno al molo di attracco delle umili barche a remi dei pescatori, rimasto intatto nel tempo. Nel vecchio borgo c'è anche una chiesetta, grande quanto una stanza, con le acquasantiere a forma di conchiglia, che mi evoca un mondo di ricordi. A un estremo della meravigliosa spiaggia dorata, una scogliera mozzafiato e la ciminiera ormai diroccata di una fabbrica di mattoni, diventata nota al pubblico televisivo per le inquadrature della serie sul Commissario Montalbano.