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Pedalando lentamente
di Raffaella Grasso
Lungo la strada che fu grigia ferrovia
cauta procedo sotto il sole di maggio
pedalando e gettando veloce lo sguardo
a catturare un rombo imperfetto d’azzurro
a trattenere siepi che vorrebbero debordare.
E il mare già s’impone sulle onde con i pensieri di domani
e la siepe, verde bretella, dà corpo ai cari ricordi di ieri.

Pinne e pesci, barche e remi si spostano veloci
e, come voci, non si fanno prendere neppure al volo.
Non si può fermare il tempo che deve ancora generare.
Fiori e colori e profumi invece si donano immobili
ad occhiuta fugace rapina e in dissolvenza
mischiano e riannodano rinnovati sentimenti
che fedeli restano accanto, senza proferir parola.

Ecco la variopinta tavolozza che rinasce e s’infiamma:
la lantana rossa e gialla, la bouganville rosa,
la rosa bianca, il lilla del plumbago, le campanule screziate.
Ecco la muta preghiera a chi mi ha preceduto
e sempre mi sta accanto e si fa siepe
cintura che più non mi abbraccia ma sostiene
la mia pedalata, tratteggia un cammino, non mi perde di vista.
Note
Ho scritto questa poesia qualche giorno fa: l’11 maggio 2025.
Toccata dalla concomitanza di significative ricorrenze private e di altrettanti accadimenti pubblici, ho voluto forzare non solo la gamba e fare un giro in bicicletta lungo la pista ciclabile da Sanremo ad Ospedaletti: sulla sinistra il mare, sulla destra le siepi, che la primavera ha già risvegliato con i colori e i profumi di molteplici fiori. Dentro di me sbocciavano silenzi di parole…