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Svettano i grandi platani
di Daniela Solarino
Svettano i grandi platani, dinanzi alla mia finestra. Le fronde non sono più spoglie, si sono vestite di verde. Le ha pennellate il bacio di questa primavera dal passo ignaro e struggente. La nudità degli alberi ora appartiene al viale, un nastro deserto di gente. Si muovono le fronde come balze di gonne al sussurro del vento, il giorno cammina lento, irrorato di sole e d’accorato silenzio. Ed io vorrei chiedere al vento di prendere tutto il bagaglio che mi grava sul cuore: l’ombra della paura, l’incertezza, il dolore. Tutto abbandonare nel suo respiro veemente, ma non lasciarmi rubare il seme della speranza, dono dolce e prezioso, palpito che non si arrende. | |
Note |
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Dalle finestre di casa mia, sul lato della Via Cristoforo Colombo, si vedono degli alberi altissimi. Sono platani. Le loro fronde fanno un po’ da contrasto, insieme al verde dei pini, con il chiassoso mare di lamiere delle tante auto e dei mezzi che ogni giorno attraversano il trafficato viale. Mi piace osservare i platani lungo il fluire delle stagioni: le foglie che ingialliscono nell’autunno, si fanno brune, cadono lasciando i rami nudi, finché il rigore dell’inverno cede il passo al risveglio primaverile, spuntano le nuove fronde che si fanno sempre più verdi e smaglianti… e nuovamente l’estate cede il passo all’autunno e ricomincia il ciclo. Oggi c’è stato tanto vento... e questo vento autunnale che scuote le fronde dei platani mi ha riportato al vento di un altro momento, vissuto nel 2020. Un vento a cui, scrivendo questi versi, avevo affidato le mie ansie e un anelito di speranza nella prima drammatica stagione della pandemia. |