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Una risata
di Sibilla Aleramo
Forse un giorno
la sentirò prorompermi in gola.
Giorno di gran sole,
risata sopra il mondo,
e poi
due braccia
che mi sollevino ansante
verso la prima stella della sera.

Note
Breve, intensa poesia, del 1920, di Sibilla Aleramo, solare pur nella dimensione tenebrosa della sua arte poetica e narrativa. Si porta dentro, e lo trasferisce nel suo poetare, il senso di tragedia greca della sua vita, che nulla le risparmia. Depressione e tentato suicidio della madre: percorso che sarà poi anche suo. Stupro subìto e matrimonio forzato col suo violentatore. Sofferenza che neppure la gioia di un figlio potrà eliminare. Eppure conosce la resistenza, e la ribellione esistenziale. La voglia di un sorriso, la pulsione verso attimi di solarità non restano solo parole nei suoi scritti, che si proiettano invece in un vissuto determinato – e vincente – nella socialità: battaglie per i diritti delle donne (da diventarne icona), impegno contro lo sfruttamento della prostituzione, e più in generale per una maggiore giustizia sociale, non isolato o autoreferenziale ma calato dentro un più generale e solidale movimento socialista.
E questa poesia… emblema di tutto ciò. Di un vissuto tanto stressato e contrastato quanto volitivo e aperto. “Una risata sentirò prorompermi in gola”; e sarà “giornata di un gran sole”, e non solo per me, ma “sul mondo”. E poi un ansimare, un respiro affannoso del vivere, che trova il supporto amorevole altrui… e che mi sospingerà verso ciò che c’è di più “solare” (Venere?): “la prima stella della sera”. Nove versi, frammenti di immagini, schegge sublimi di vita; e dentro un universo poetico, e umano. Grazie Sibilla!
 

 

Questi versi di Sibilla Aleramo sono stati inseriti da Carlo Mari il 06-10-2023