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Mattino (?), da Ossi di seppia
di Eugenio Montale
Forse un mattino andando in un'aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me. Con un terrore di ubriaco. Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto alberi case colli per l'inganno consueto. Ma sarà troppo tardi, ed io me ne andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto. | |
Note |
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Non è la stessa acqua che scorre nello stesso fiume e non è mai la stessa cosa che vede il presunto medesimo occhio. Sicché bisognerebbe vedere almeno almeno due volte lo stesso film. Forse tre. Ovviamente, se ci piace, se ci va eccetera. Rivediamoci (congiuntivo esortativo, ma pure concessivo), quindi, l'ultimo film di Nanni Moretti, anche perché non sarà per l'ultima volta e non sarà l'ultimo. | |
Questi versi di Eugenio Montale sono stati inseriti da Carlo Corridoni il 16-05-2023 |