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Tiro alla fune
di Raffaella Grasso
Distesa all’ombra del sole d’agosto si fece largo tra i sassi roventi la sua voce: Gioia mia bella, esci, conto fino a tre… uno---due-----tre La bambina immerse la fronte tra la schiuma scivolando a pelo d’acqua e riemergendo con il sorriso tra gli occhi riprese fiato per riprendere il gioco. In piedi agitando la mano si alzò la sua voce: Gioia mia, esci, conto fino a tre… uno--due----tre La bambina guardò lontano verso la boa s’immerse tra le onde e poi sott’acqua come struzzo la testa tra la sabbia il rosso del costume solo occhieggiava tra l’azzurro. Sulla battigia tra grandi occhiali e mani sui fianchi s’alzò potente la sua voce: Gioia, esci, conto fino a tre… uno-due---tre La bambina con un’ampia bracciata a farfalla si rintanò nel bozzolo della risacca ma ancora ad occhi chiusi percepì un’ombra che avanzava più incombente del fondo mare. Gettò la testa indietro, si rizzò, sorrise e si gettò tra le braccia della madre per lì restare… almeno… Gioia. Commento della fune: La bambina aveva compreso che poteva “tirare la corda” almeno fino a nove. Se lo ricorderà adulta nell’amicizia e nell’amore che verranno con altre voci e su altre spiagge? | ||
Note | ||
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