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Un urlo destinato a durare
di Pier Paolo Pasolini
È impossibile dire che razza di urlo
sia il mio: è vero che è terribile,
tanto da sfigurarmi i lineamenti
rendendoli simili alle fauci di una bestia,
ma è anche, in qualche modo gioioso,
tanto da ridurmi come un bambino.
E' un urlo fatto per invocare l'attenzione di qualcuno
o il suo aiuto; ma anche, forse, per bestemmiarlo.
E' un urlo che vuole far sapere,
in questo luogo disabitato, che io esisto,
oppure, che non soltanto esisto,
ma che so. È un urlo
in cui in fondo all'ansia
si sente qualche vile accento di speranza:
oppure un urlo di certezza assolutamente assurda
dentro cui risuona, pura, la disperazione.
Ad ogni modo questo è certo: che qualunque cosa
questo mio urlo voglia significare,
esso è destinato a durare oltre ogni possibile fine.

Note
Il poeta Dario Bellezza, nel suo libro 'Morte di Pasolini' (1981 - Mondadori), a proposito di questi ultimi versi del romanzo Teorema (1968 - Garzanti) scrive:
'in quei versi c'era stata in Pasolini ancora una prefigurazione, come in tutta la sua poesia, di una sua possibile, elementare e grandiosa fine'.

 

Questi versi di Pier Paolo Pasolini sono stati inseriti da Alberto Galanti il 17-02-2023