Elenco completo | ||
Il treno
di Raffaella Grasso
Come lama di occhiuto coltello il treno taglia al suo passaggio fette di paesaggio nello stretto spazio tra monti e mare. Scansa case che degradano curiose saluta finestre-verdi-occhi-aperti agita e tocca panni stesi ad asciugare. Scorge sedie sul poggiolo ad aspettare ospite atteso che tarda ad arrivare ci sono già il bianco in fresco e focaccia con le cipolle da sfornare. Non ha tempo da perdere, il treno... lo attende ad orario un'altra stazione ma lo sovrasta il rimpianto di non indugiare su quel fuggevole sconosciuto mezzo sorriso trattenuto tra un filo di trucco e due fili di perle annodate conteso sul seno da spilla dorata che a tradimento punge sottile. Dal mare verrà... pescatore con il pescato di giornata nube che grigia già incombe onda che travolge conchiglie e orme impresse sulla battigia incerte se restare tra terra e mare. Voci rimbalzano dolci promesse di ieri e si ammassano sull’attesa del cuore che spera almeno nell’oggi di domani. Il treno spazza veloce le case lucida amare scale, sbatte persiane agita le pesanti tende blu delle stanze che trattengono il vento che sa di sale... e già in salita arranca a colmare distanze. Gabbiani in stallo sul filo sotteso si aprono al volo e respirano di una sigaretta il fumo mutevole che addensa nuvole nel consumato cielo. Addossata al muro d’intonaco rosa che rimanda un onesto tardivo calore le spalle cinte vorrebbe da un braccio non dall’ultimo sole che resta... lei consuma un ricordo nel filtro che brucia. Il cuore a pezzi, le reni spezzate lo sguardo perso nel buio di una galleria… e come il treno uscirà anche lei per un altro tratto sghembo sui binari che traversine trattengono in asse su nuova vita, vagone di seconda classe. | ||
Note | ||
|