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A te, che ancora resti ad ascoltarmi...
di Daniela Solarino

Ti ho immaginato faro sui miei passi
e quindi stella, di lassù nel Cielo.

Ricordo che parlammo della morte,
ne discorremmo senza nominarla.
Mentre il dolore ti straziava il corpo,
ne discorremmo strette per la mano.

Credevo, allora, fossi io la guida,
nel farmi perno della tua fatica.
Credevo, mamma, fossi io a condurti,
e fossi, tu, alla fine, ad appoggiarti.

Ora son io, che cerco il tuo contatto,
ho tanta sete del tuo caro volto…
di te, che in ogni istante della vita,
sempre mi offristi il dono del tuo ascolto.

Ti parlo ancora, a voce sussurrata,
e il mio parlare si discioglie in pianto.
Ti parlo, mamma, so che mi rispondi
mentre dai linfa ai versi che ti canto.
Note
Il 27 maggio scorso è stato il decimo anniversario del 'volo' di mia madre. Tra le varie poesie dedicate a lei, in vita e in morte, ho scelto questa, in segno di gratitudine per il dono che mamma ha sempre saputo riservarmi come espressione del suo amore: l'ascolto.