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Le ricamatrici
di Daniela Solarino
Danzano gli aghi ai telai,
davanti alle finestre.
Batte la pioggia sui vetri,
poi spunta il sole di marzo,
passa l’odore del sugo
nel mezzodì del paese.
Danzano gli aghi ai telai,
nei cortiletti e sugli usci,
accanto ai gialli limoni.
Dolce, nell’aria si spande
il profumo dei fiori.

Disegnano la tela,
le delicate movenze
di mani timide o esperte,
con amorosa pazienza.
Cuciono sopra i corredi
la fantasia di punti,
parlano antichi linguaggi
per ogni nuova emozione.
Vanno su e giù per la trama,
passano dentro la vita.
Ad ogni primavera,
vogliono andar a vestire
altri momenti d’amore.

Note
L’arte del ricamo è una tradizione antica, tramandata di generazione in generazione e tuttora ben presente in Sicilia. Basti pensare agli splendidi lavori di sfilato siciliano e al tombolo.
Questa poesia, tratta dalla mia prima raccolta “Chiaroscuro” (2008), trae ispirazione da miei ricordi d’infanzia. Nel vicoletto sul retro della casa dei miei nonni materni, si sistemava con la bella stagione un gruppo di giovani ricamatrici e io, trascorrendo l’estate a Modica, le osservavo e ne rimanevo affascinata. Tutte intente al lavoro sui loro telai, manovravano con eleganza i fuselli di legno del tombolo. Per realizzare un pezzetto del ricamo che sarebbe andato ad adornare i corredi delle spose, ci volevano ore e ore di lavoro con creatività e “amorosa pazienza”.