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Nelle stanze della poesia
di Daniela Solarino

Giunge la musa davanti alla soglia,
a regalare il soffio incantato.
Inaspettata, di notte, di giorno,
con tocco lieve, con tocco profondo,
con mano timida oppure veemente,
bussa allo sguardo, al cuore, alla mente…
Poi quel pensiero, quell’emozione,
come un sassetto lanciato in un lago,
disegna l’aria di risonanze,
forma un concerto di vibrazioni.

Restano a galla, vanno giù al fondo,
a volte placide, a volte agitate,
solcano l’acqua come le onde.
Talora cupe, talora lucenti,
come il carbone dentro la brace,
come la polvere delle fate.
Dalla vaghezza di quel fluttuare,
sul pentagramma di tante note,
come in un sogno alfine appare
l’arcobaleno delle parole.
Note
Per inaugurare il mio contributo al “cantiere”, ho voluto scegliere questa poesia, tratta dalla raccolta edita nel 2018 “In valigia uno spicchio d’azzurro”. In questi versi ho provato a descrivere proprio il meccanismo magico e imprevedibile dell’ispirazione poetica, mio fedele compagno, attraverso cui le emozioni si traducono “nell’arcobaleno delle parole”. Nello spazio poetico riverso il mio mondo interiore.