Corrado Augias incontra gli studenti del Liceo Statale Giordano Bruno
di Giuliana Mori---04-05-2024
Grande attesa e sentita partecipazione per l’incontro del 30 aprile con Corrado Augias presso il Liceo Statale Giordano Bruno di Roma, alla presenza di numerose classi di quarto e quinto anno.
Da subito si è capito che il clima era quello delle grandi occasioni, degli eventi importanti, che coinvolgono gli studenti e attirano la loro attenzione.
Accolto con un forte applauso, il relatore ha preferito rimanere in piedi a parlare, appoggiato al tavolo di presidenza, con accanto il suo bastone, rivolgendo un caloroso saluto ai presenti, definiti generazione zeta, coloro che non conoscono la cultura analogica, ma solo quella digitale.
Il titolo della conferenza era “We vote Europe”, ma il relatore ha preferito allargare il discorso all’analisi del tempo presente globale, facendo un rapido excursus degli avvenimenti più rilevanti che hanno segnato questi ultimi venti anni, a partire dal crollo delle torri gemelle, per passare alla crisi economica del 2006-2008, per arrivare alla pandemia da COVID del 2020, alle guerre in Ucraina e in Israele.
Tutto ciò descritto come grandi cambiamenti avvenuti in pochi anni, che hanno modificato profondamente gli equilibri mondiali. Se prima lo scenario era occupato da Stati Uniti d’America e Unione Sovietica, ora emergono altre potenze quali Cina, India, Iran, che vogliono prendersi la loro visibilità ed entrare nel gioco politico globale. Di tutto questo si deve tenere conto prima di affrontare il tema dell’Europa, per cercare di capire cosa stia avvenendo veramente e quali valori stiano cambiando.
Corrado Augias ci tiene a fare un breve riassunto storico degli elementi che hanno portato alla nascita dell’Unione europea, quando durante la seconda guerra mondiale tre esiliati politici, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni scrissero “Il Manifesto di Ventotene”, in cui prefiguravano uno specifico disegno di Europa.
Poi ci sono stati i Trattati, l’accordo di Schengen per la libera circolazione di tutti i cittadini dell’Unione, la moneta unica, e infine ricorda che dal 1945 non è più stato sparato un colpo di fucile, non c’è più stata una guerra, contrariamente a quanto avviene nel resto del mondo. Probabilmente il fatto che i 27 Paesi dell’Unione prendano le decisioni all’unanimità si sta rivelando come qualcosa che ostacola il processo di unificazione e ci si aspetta che queste nuove elezioni diano la possibilità di effettuare quelle riforme tanto auspicate ma mai realizzate.
A quel punto è iniziato il dialogo con gli studenti, chiamati ad uno ad uno al tavolo di presidenza, accanto a lui, invitati a rivolgergli domande in tono confidenziale, come se ci si trovasse in un racconto di famiglia. I ragazzi hanno percepito questa atmosfera e subito si sono attivati nel porgergli domande a carattere personale su come avesse vissuto, da bambino di 10 anni, la guerra e i bombardamenti su Roma.
La risposta non si è fatta attendere. Coinvolgente e appassionata, ha ripercorso le tappe della guerra e del dopoguerra, il lento cambiamento avvenuto nel paese che da agricolo, patriarcale e cattolico è diventato la settima potenza economica nel mondo.
Alla domanda su chi sarebbe giusto votare in queste elezioni europee, Corrado Augias non si trattiene e risponde che purtroppo la politica ha perso il suo fascino. Superate le grandi dottrine politiche di fine ‘800, il pensiero liberale ed il marxismo sono stati portatori di difesa di interessi, i partiti conservatori difendevano gli interessi dei proprietari terrieri e degli imprenditori, i partiti socialisti difendevano gli interessi dei lavoratori. Tutto questo però si svolgeva con una spinta ideale che oggi non c’è più, i partiti politici si sono ridotti ad essere dei semplici comitati elettorali, niente di più.
C’è stata poi la domanda sul conflitto in Medio Oriente e anche lì la risposta di Augias è stata senza mezzi termini, l’Europa può fare poco perché non ha una politica estera comune ed è troppo impegnata nella campagna elettorale, che peraltro non parla di problemi relativi all’Unione, ma di problematiche interne ai singoli paesi.
Alla domanda se ha senso, all’interno delle elezioni europee, parlare di antifascismo, simbolo della Repubblica o di un paese diviso, Augias ribadisce la grande importanza del voto del 2 giugno, in cui per la prima volta dopo la guerra si andava a votare e le donne lo fecero per la prima volta in assoluto, per dare vita all’Assemblea costituente che avrebbe scritto la Costituzione, la legge fondamentale dello Stato italiano.
Il tempo trascorso con Augias è volato, i ragazzi si sono sentiti così coinvolti che non volevano finisse mai. Un grande applauso ha salutato Corrado Augias, visto come un signore gentile, un intellettuale ben informato, che si era prestato a parlare con loro per far crescere la consapevolezza al voto in luogo serissimo quale è la scuola.