Le azioni di controllo
di Carlo Corridoni---12-03-2020
Cari Iscritti a Parlare. E' relativamente da poco che stiamo nel vortice dell'epidemia, anzi della pandemia, e già siamo saturati dai detti e contraddetti, dagli appelli e contrappelli, dalle voci concitate di radio e televisioni.
Vorrei con voi parlare d'altro, magari di più importante, ma il nostro SITO va valorizzato anche quale strumento di sensibilizzazione verso un problema che per molti di noi può essere anche questione di vita.
La Chat? Venga la chat! La videoconferenza? Pure quella! E noi che siamo iscritti a parlare faremo meglio il nostro dovere-piacere di parlare!
Vi dico adesso perché io sono preoccupato, anzi, perché ho paura.
Hanno appena detto al TG3 che i contagiati di oggi sarebbero troppi, rispetto alle attese, perché il conteggio comprende quelli dell'altro ieri, persi da qualche parte ...
Questa spiegazione, data forse per tranquillizzare, non mi tranquillizza affatto, anzi è un indice di pressappochismo che concerne più d'un profilo organizzativo delle misure messe in campo.
Capite bene che l'evoluzione del contagio segue una curva le cui caratteristiche devono essere studiate attentissimamente per valutare, ora per ora, l'efficacia delle decisioni prese a salvaguardia:
Come si può tollerare un giorno di ritardo nella classificazione dei dati?
Sappiamo bene come le stesse quotazioni di borsa vengano attribuite da sistemi di calcolo automatico sulla scorta di dati rilevati ad alta frequenza! Qui non è questione d'investimenti, ma di vita!
Un ritardo di mezza giornata può trasformare le azioni di controllo in azioni di disturbo, che potrebbero peggiorare la situazione invece di migliorarla!
Speriamo che i dati sensibili si trasmettano con efficienza agli organi competenti, con le frequenze massime e le incertezze minime, in modo che le politiche di contenimento del malaugurato fenomeno siano efficaci.
Purtroppo, abbiamo troppi segni dell'inadeguatezza organizzativa dei dispositivi tecnici e tecnologici in uso, anche se noi-proprio-noi le cose le osserviamo da uno dei peggiori punti di vista del Paese: la città di Roma!
Per dire: un ascensore della MetroA, che è un semplice ascensore d'uso pubblico, bisogna pure saperselo permettere! Saperselo per poterselo, permettere.
Mi viene da dire: non lo sai? Sallo! Non lo puoi? Pollo!
Ma non è il caso di scherzare, non disperiamo anche se di certo non siamo tranquilli!
Care cose casalinghe a tutti!